Bologna, nuove grotte etrusche trovate dagli esploratori

Il sito è al confine tra le valli di Reno e Setta: "Furono utilizzate anche dai soldati tedeschi durante la Seconda guerra mondiale"

La spedizione dell’associazione di Archiviazione e Ricerca di Castiglione

La spedizione dell’associazione di Archiviazione e Ricerca di Castiglione

Bologna, 29 dicembre 2021 - Nove tratti di galleria per un totale di 50 metri lineari. Un ingresso e anche due finestre. Una dozzina di nicchie ricavate nella roccia lungo le gallerie e decine di cellette. Questa la teoria di cunicoli (costellata di alcuni buchi per paratie, sei o sette buchi per lumino, qualche crollo e qualche masso) che si estende su una superficie di venti metri per venti nel ventre di un monte del crinale tra le valli del Reno e del Setta dell’Appennino bolognese.

Un insediamento storico che, secondo i primi sommari rilievi, potrebbe risalire addirittura all’età etrusca e che potrebbe essere stato usato a fini bellici dall’esercito tedesco sulla Linea Gotica nel corso della Seconda Guerra Mondiale. "La scoperta di queste grotte è frutto di una spedizione esplorativa, effettuata poco prima di Natale. Oltre al sottoscritto, vi hanno partecipato Martina Mari di ErcoleTv, lo storico Dario Mingarelli, Salvatore di Stefano del Gae e lo speleologo Ettore Scagliarini", racconta Fabio Righi, dell’associazione Arca (Archiviazione, ricerca e collettività dell’Appennino bolognese) che ha sede a Castiglione dei Pepoli e che si è resa protagonista negli ultimi anni di numerose iniziative di valorizzazione delle bellezze artistiche, paesaggistiche e naturali del nostro Appennino.

Ma come si è arrivati a questa scoperta? "Il sito – rivela la reporter Martina Mari, specializzata in inchieste escursionistiche – ci era stato segnalato da un esploratore bergamasco che aveva battuto questa zona già qualche anno fa. Ci siamo trovati davanti ad una meravigliosa scoperta, probabilmente una via cava Etrusca".

Ma dove si trovano esattamente queste grotte? "Non lo possiamo rivelare – risponde con un certo imbarazzo Fabio Righi – sia perché non vogliamo che siano violate e rovinate dai soliti tombaroli, sia perché sono difficilmente accessibili. Si trovano sul costone di un monte del nostro Appennino e vi si accede solo calandosi in cordata. Basta un passo falso e si finisce in un burrone".

Righi, però, si lascia scappare qualche indizio. "Queste grotte – rivela – si trovano in una valle poco conosciuta. Molto stretta, è molto simile ad altre che custodiscono presunte tombe etrusche, le uniche scavate nella roccia del nostro Appennino. La valle prende il nome dal ruscello che l’attraversa, è un piccolo canyon stretto e tenebroso che termina su un’area ad anfiteatro. Le cavità sulla parete sono sormontate da simboli di forma triangolare o arcuata, quasi il frontone di un’abitazione o di una tomba".

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