
Luigi Soprani (Sasso Marconi): "Se passa la legge in discussione, potete dire addio alle tartufeste"
"Se passa questa legge, addio tartufeste, addio libera cerca del tartufo e tutto il resto". E’ lapidario Luigi Soprani, presidente dell’associazione tartufai di Sasso Marconi, Città del tartufo, sede di una delle feste più frequentate del bolognese. Ottanta soci che con la loro associazione fanno capo al Crater, Coordinamento regionale associazioni tartufai Emilia Romagna, a rappresentare gli interessi dei circa 10mila tartufini che ogni anno nella nostra regione ottengono l’autorizzazione alla raccolta del più prezioso fra i prodotti del bosco.
Già in allerta per il disegno di legge in discussione al Senato su iniziativa del senatore piemontese Giorgio Maria Bergesio della Lega, che andrebbe a modificare la normativa nazionale risalente al 1985, il Crater lancia l’allarme anche a livello locale: "Il problema che solleviamo con la Regione Emilia-Romagna è che mentre è in atto un confronto sul ddl Bergesio tra le parti interessate, nella nostra Regione vi è stato uno stravolgimento delle regole democratiche del confronto all’ interno della Consulta sul Tartufo – spiega Marco Mazzali, presidente del Crater –. La Regione, dopo un percorso condiviso già dal 2024, ha improvvisamente preso a riferimento le proposte presenti all’interno del ddl come fosse già legge e ci ha consegnato una direttiva che prevede la possibilità di ottenere grandi riserve private".
Ed è su questo punto, sulla limitazione alla proliferazione di riserve private che possano ridurre la libertà dei cercatori di tartufo, che possono liberamente accedere ai boschi di proprietà privata, se non recintati, che si concentrano le richieste di confronto con la Regione e quindi con l’assessore all’agricoltura Alessio Mammi.
Il quale premette che "il confronto con le associazioni per noi è un punto fondamentale, soprattutto quando si tratta di migliorare i controlli a tutela del patrimonio tartufigeno. Per questo siamo fra le pochissime Regioni in Italia ad aver costituito una consulta", dice, annunciando anche una campagna di promozione del prodotto a marchio ‘Tartufo dell’Emilia Romagna’. Un invito al confronto sul tema coi territori tartufigeni viene anche da Federica Govoni, vicesindaca di Valsamoggia, di cui fa parte Savigno, centro di rilievo nazionale: "Auspico che nel confronto in atto vi sia il pieno coinvolgimento dei territori tartufigeni".
E sempre da Savigno Luigi Dattilo, di Appennino Food, azienda leader del settore, parla della necessità di una nuova legge, che corrisponda alle trasformazioni e all’importante crescita del settore e valuta "utile parlare con tutti, a partire da associazioni di tartufai, con le aziende che trasformano il prodotto, e tutelare le aziende agricole che fanno investimenti importanti".