"Nuovi casi di studentesse molestate"

Si dicono "pronte a denunciare ancora". Pronte ad "ampliare le maglie della rete". Pronte a lanciare "un appello a tutta la comunità accademica: docenti, ricercatrici, dottorande e lavoratrici. Dopo il caso della condanna del professore universitario, la comunità accademica non può rimanere in silenzio. Dopo rivelazioni simili non si può tornare indietro". Così le studentesse e attiviste di MalaConsilia e Link-Studenti indipendenti, che l’altroieri hanno occupato un’aula studio di via Ranzani 14. Dopo la chiusura forzata nel 2020 di uno spazio in via Filippo Re, la consultoria autogestita non aveva più uno luogo fisico per le proprie attività, ma il recente scandalo delle molestie subite da tre studentesse dell’Alma Mater e rese pubbliche proprio attraverso il collettivo, ha ridato slancio all’urgenza della creazione di "un luogo sicuro, femminista e transfemminista" per attività di ascolto e formative, anche alla luce delle nuove segnalazioni di violenze sempre all’interno delle mura universitarie". Secondo quanto emerge dalle attiviste, i casi di molestie dello stesso professore non si fermerebbero a tre. "Dopo la denuncia pubblica – spiegano –, abbiamo ricevuto mail o testimonianze dirette da parte di altre studentesse". Sette o otto. E tutte dello stesso tenore: "Dietro a false promesse di carriera, cominciava con minacce sessiste e obbligava le ragazze a sedersi sulle proprie ginocchia". Tutte le segnalazioni poi finiranno in una unica ’informativa’ che verrà presentata all’avvocato Maria Virgilio, che già ha seguito i precedenti casi, la quale poi vedrà come procedere. Oggi, intanto, fanno sapere ancora le attiviste, lo sportello di via Ranzani sarà aperto dalle 13 alle 17, nei prossimi giorni gli orari verranno definiti anche sulla base delle richieste via chat, mail, o telefonica, mentre lo spazio resterà un’aula ma verrà utilizzato anche per altre attività formative.