ANDREA BONZI
Cronaca

Nuovi sorrisi con ’A Panda piace...’: "Grazie a lui arrivo alla gente"

Oggi alle 18 da Feltrinelli. Giacomo Keison Bevilacqua. presenta il ritorno. del suo alter ego di carta.

Giacomo Keison Bevilacqua e il Panda, suo alter ego di carta, che riesce a parlare, e sorridere, di tutto Appuntamento oggi alla libreria Feltrinelli per le nuove avventure

Giacomo Keison Bevilacqua e il Panda, suo alter ego di carta, che riesce a parlare, e sorridere, di tutto Appuntamento oggi alla libreria Feltrinelli per le nuove avventure

"Noi tutti abbiamo dolori passati e traumi subiti, ma questo non deve incattivirci. In un mondo di estremismi, dobbiamo scegliere la gentilezza estrema". Ecco perché anche un fumetto su un Panda (apparentemente) ingenuo e gentile può cambiare, se non il mondo, almeno le persone che lo leggono. Così Giacomo Keison Bevilacqua, classe 1983, presenta ‘A Panda piace... la sveglia del lunedì’ (ed Gigaciao), il nuovo capitolo delle avventure del suo alter ego di carta che sarà oggi alle 18 alla Libreria Feltrinelli di piazza Ravegnana. Il libro è una raccolta che è un’isola piena di pensieri, emozioni, dubbi esistenziali e piccoli momenti di felicità in cui perdersi per ritrovarsi.

Bevilacqua, in questi 17 anni a Panda sono piaciute un sacco di cose. Ma perché proprio ‘la sveglia del lunedì’, che per tanti è una inevitabile tortura?

"Quando ho iniziato con Panda, sul web eravamo pochi, io, Makkox e Paolo Eriadan: io postavo le strisce di lunedì. Poi, lo slot è stato preso da Zerocalcare, io mi sono allontanato da Panda, il mio bambino interiore, e ho fatto altro. Da un paio di anni ho sentito l’esigenza di riprendermi la mia striscia settimanale, ogni lunedì mattina. Ho scelto un momento che tanti odiano proprio perché ho cambiato carattere e volevo riscrivere il modo in cui viene percepito il lunedì stesso".

Quanto c’è di Giacomo in Panda?

"Panda è il fulcro di quello che sono, di quello che sono tante altre persone, un concetto quasi junghiano. Ho scoperto che posso parlare di cose profonde attraverso Panda, è l’unico personaggio con cui riesco a farlo. E raggiungo il centro di tante altre persone, mantenendo il contatto con me stesso e con gli altri. Una signora anziana, proprio durante una precedente presentazione a Bologna, mi ha detto: ’ho letto il tuo libro e, per la prima volta, mi sento capita da qualcuno’. È stato intenso".

Lei è molto presente sui social, ma parla anche di ansia generata da queste applicazioni. Ci può spiegare meglio i rischi nell’abuso di Facebook e compagnia?

"Per gran parte della mia vita sono stato un ‘dopamina addicted’, ho inseguito sempre le ‘botte’ di dopamina facili: acquisti, droghe, alcol, sigarette. Con la nascita dei miei figli queste esperienze me le sono lasciate alle spalle, ma l’uso compulsivo dello smartphone ha lo stesso tipo di dinamica: se scrolli Instagram vedi 10 ‘reel’ che ti danno 10 emozioni differenti, dalla rabbia alla gioia all’eccitazione. Il cervello viene bombardato in modo innaturale, uno dovrebbe fermarsi e fissare il muro per 5 minuti per stare meglio, invece aumentano ansia e insonnia perché queste emozioni non vengono sfogate. Non demonizzo i social, ma vorrei che ci fosse più consapevolezza del mezzo, percorsi nelle scuole e nelle società".