Bologna, 1 luglio 2025 – "Fortunata Bologna". A dirlo è il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, mentre saluta il più stretto collaboratore e l'amico Paolo Guido, che per trent'anni ha collaborato con lui. Palermo (arrivando, tra le altre cose, ad arrestare il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro) e che da oggi è il nuovo procuratore capo di Bologna.

E la città accoglie Paolo Guido che parla commosso nell'aula di via Farini dove si è celebrato stamattina l'insediamento. "Difficile prendere la parola dopo averne ascoltato tante che mi inorgogliscono - le parole di Guido -. Perdonate l’emozione. So bene che viviamo tempi complessi: davanti a noi tante sfide e so che lavorare in Emilia-Romagna significa aver a che fare con i processi di trasformazione della società. Questa terra ha sempre espresso valori alti: accoglienza, composizione tra diritti lavoratori e impresa. È un laboratorio vivace e democratico. Compito della magistratura è vigilare affinché questo avvenga nel rispetto delle leggi, sempre e senza eccezioni. Questo sarà il mio impegno primario in tutti i settori: pubblica amministrazione, ambiente, diritti dei lavoratori, violenza di genere. Poi ci sono certo i temi cybersicurezza e terrorismo. Il Csm ha fatto una scelta ben precisa: mi ha incaricato di dirigere questo ufficio perché tante sentenze ci dicono che questa terra è a forte rischio infiltrazione mafiosa. Non ho ricette magiche, posso dire che con colleghi di Palermo abbiamo provato a costruire una storia diversa, anche quando avremmo potuto avere la tentazione di sederci, consapevoli che anche gli episodi più banali vanno contestualizzati: è la scuola dei grandi magistrati che ci hanno preceduto, agire con lo scambio di informazione è il vero successo nelle indagini di mafia e per capire le trasformazioni sociali. Credo che il compito più importante sia saper creare uno spazio di insieme con tutte le persone che lavorano in Procura. Viviamo in un mondo che spesso esalta il singolo e spesso la cultura del proprio ego prende il sopravvento - prosegue Guido -. Io invece la penso in modo radicalmente opposto e penso che facendo squadra nel lungo periodo si raggiungono risultati che da soli non si possono ottenere, e questo per me è il risultato migliore che un procuratore capo possa raggiungere. La Direzione nazionale antimafia è stata la mia seconda casa. Grazie al lavoro di Melillo, che ringrazio per essere qui, sappiamo quanti e quali sono i vantaggi del coordinamento e i danni del mancato coordinamento. Chiederò ai colleghi di lavorare in rete, organizzandoci attraverso applicazioni nei processi di criminalità organizzata. Queste le idee che al momento condivido con voi, servirà un impegno straordinario, ma sono consapevole che la Procura di Bologna è composta da magistrati di grande esperienza. Parafrasando un europarlamentare siciliano: se questa terra ha bisogno di magistratura e forze dell'ordine efficienti, la magistratura e le forze dell'ordine ordine hanno bisogno di questa terra".
E Guido lancia un appello alle energie sane della regione: "Noi terremo d’occhio le imprese che crescono troppo velocemente o che sopravvivono nonostante perdite evidenti, ma voi non trascurate certi segnali. Prima di investire, interrogatevi su certi patrimoni che spuntano all’improvviso. Questi sono fatti di cronaca, e esserne consapevoli significa non fare come da altre parti, dove trascurando certi segnali ci si è trovati con la metastasi delle organizzazioni mafiose. Io ho vissuto a Palermo sempre con la porta aperta, che simbolicamente resterà aperta anche qui. Ringrazio (si commuove) i miei colleghi di Palermo, il Csm e Maurizio De Lucia, con cui abbiamo condiviso momenti che rimarranno unici"
"Mi sto facendo un’idea di quali sono le priorità, perché la complessità richiede anche serietà nell’approccio e studio - ha detto a margine della cerimonia con i giornalisti -. Il rischio maggiore non è ciò che appare anche nella sua violenza, ma che i meccanismi si riproducano. È un po’ questa la mia scommessa. È importante avere il contributo di tutti se vogliamo davvero impedire che questa terra sia saccheggiata dalle organizzazioni criminali, perché il rischio è altissimo e c’è il rischio di accorgersene quando è troppo tardi".
Il discorso del procuratore di Palermo
"Fortunata Bologna". Così il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. "In un'aula dove ci sono tutte le parti c'è anche la parte offesa, in questo caso la Procura di Palermo - scherza De Lucia -, il danno c'è, per noi, e il danno dipende dal fatto che lo conosciamo. Guido si è formato a Palermo, un luogo particolare dove sono diverse le categorie di formazione di questi magistrati. Alcuni sono partiti dall'alto, per altri invece, ed è il caso di Guido, il metodo è quello che viene dai grandi maestri della magistratura repubblicana, Falcone e Borsellino. Metodo a cui continuiamo a ispirarci, metodo fatto di concretezza, equilibrio, che parte dal basso per poi non porsi limiti: la ricerca della prova e la capacità di portare a processo una persona solo quando la soglia del ragionevole dubbio è insuperabile. E poi c'è Paolo Guido l'uomo, che ha creato attorno a sé stima, rispetto e affetto, oltre all'enorme delle sue capacità professionali. E poi c'è Paolo Guido il mio amico, con cui ho condiviso momenti complicati, difficili. Ma con cui abbiamo ottenuto grandi successi, che la storia ti riconosce. Grazie per il lavoro che hai fatto a Palermo. E fortunata Bologna per il procuratore che da oggi regge l'azione penale in questo distretto. Davvero siamo gelosi e invidiosi che un procuratore così, come oggi ce ne sono in Italia, viene a reggere le sorti di questo ufficio".