Bologna, Uno Bianca. Occhipinti è libero

La decisione del Tribunale di Sorveglianza di Venezia. L'ex gregario della banda dei fratelli Savi è ritenuto "sinceramente pentito" e "socialmente non pericoloso"

Marino Occhipinti (Ansa)

Marino Occhipinti (Ansa)

Bologna, 3 luglio 2018 - Condannato all’ergastolo per l’omicidio di Carlo Beccari – guardia giurata di 26 anni ucciso nel 1988, durante l’assalto alla cassa continua della Coop di Casalecchio – l’ex poliziotto Marino Occhipinti, condannato come complice dei fratelli Savi nella banda della Uno bianca, da ieri è un uomo libero. Occhipinti è originario di Santa Sofia, nel Forlivese. Il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha considerato infatti "autentico" il suo pentimento, frutto di un «percorso di rivisitazione critica del suo passato». E, pare, di un percorso di fede accompagnato da Comunione e liberazione. CC_27924579_121641

LEGGI ANCHE Occhipinti in vacanza premio

Occhipinti, 53 anni, godeva del regime di semilibertà dal 2012. Soltanto un anno fa, la prima sezione penale della Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso di Occhipinti sulla decisione del Gip di Bologna, che a dicembre 2015 aveva respinto la sua istanza per uno sconto di pena. In sostanza, di sostituire l’ergastolo con una pena di trent’anni.

PILASTRO_10794474_140044

Ieri, il colpo di scena. Che non mancherà di sollevare un vespaio di polemiche. Due anni fa, Rosanna Zecchi – presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno bianca – commentò così l’ipotesi di perdonare Occhipinti: «Dicono che ha ucciso meno degli altri. Ma ha ucciso. E ha taciuto per sette anni. Sapeva quello che stava succedendo e avrebbe potuto fare qualcosa per impedirlo. Un altro lo avrebbe fatto. Il perdono non è facile da dare, e noi non lo daremo mai». 

"Io ad Occhipinti gli darei di nuovo l'ergastolo, altro che libertà, deve rimanere in prigione", si sfoga Luigi Beccari, il papà di Carlo, la guardia giurata di 26 anni uccisa dalla Banda della Uno Bianca nel 1988, durante l'assalto alla cassa continua della Coop di Casalecchio di Reno, nel Bolognese. "Se siamo arrivati a questo punto è colpa anche di chi comanda il carcere di Padova (dov'era detenuto Occhipinti, ndr.) che aveva già spinto per la sua semilibertà. Dovevano chiedere ai familiari delle vittime - ha proseguito -, a me, se poteva uscire. È solo un assassino, che ha ucciso una persona innocente, mio figlio, e da quel momento tutto è cambiato. Così non va bene, bisognerebbe cambiare le leggi".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro