Occupazione Bologna, in via Zago tornano i reduci dell’Xm

Nel pomeriggio gli attivisti sono entrati nello stabile in zona Stalingrado. "Non ci arrendiamo alle modalità di gestione degli spazi dell’amministrazione"

Lo striscione appeso fuori dallo stabile di via Zago dai reduci dell’Xm24

Lo striscione appeso fuori dallo stabile di via Zago dai reduci dell’Xm24

Bologna, 22 aprile 2022 - L’Xm24 risorge dalle ceneri. Dopo i tumulti delle settimane scorse, iniziati con lo sgombero dello spazio occupato dal collettivo Bancarotta in via Fioravanti, una costola del fu Xm ora segue l’esempio recente dei ’colleghi’ e come araba fenice, rievocando proprio i fasti dell’iconico collettivo, ieri hanno dato inizio a una nuova occupazione di uno spazio pubblico della città. Loro sono gli ’infestanti’ come si definiscono. Di fatto reduci dell’esperienza dell’Xm e dell’occupazione dell’ex caserma Sani nel 2019. Lo stabile occupato questa volta è quello di via Zago 1, in zona Stalingrado, dove ieri nel tardo pomeriggio il collettivo ha fatto irruzione convocando per oggi alle 12 una conferenza di presentazione e alle 19 la prima assemblea pubblica di gestione dello spazio.

Un’occupazione suggellata da uno striscione appeso al cancello d’ingresso dello spazio di via Zago, che recita "Schiavi nella città più progressista del mondo!". Un attacco nei confronti del sindaco Matteo Lepore e della frase ’bandiera’ del primo cittadino, che se non bastasse è stato attaccato dal collettivo anche in una lunga nota in cui i reduci hanno annunciato il blitz. "Dopo oltre due anni di restrizioni, crisi sanitaria, economica e sociale, riaprire spazi di libertà, autogestiti e lontano dalle logiche del profitto è una necessità che non possiamo più procrastinare" affermano gli occupanti, che ieri in via Zago hanno organizzato un aperitivo inaugurale con dj set.

"Il 6 agosto 2019 – continuano gli attivisti – l’allora assessore all’’immaginazione civica Matteo Lepore pensava che con le ruspe e una falsa promessa avrebbe cancellato per sempre l’esperienza di Xm24. Ma solo il giardiniere più incauto pensa che strappare la malerba basti per non farla tornare. L’erba cattiva, si sa, non muore mai". Ricordando poi l’esperienza della caserma Sani, "con l’ennesimo sgombero", gli attivisti hanno portato ad esempio la recente esperienza di Bancarotta, che "ha di nuovo acceso i riflettori sulla questione spazi. Per noi è sempre stato chiaro: gli spazi a Bologna ci sono".

E gli ’infestanti’ uno di quegli spazi ora se lo sono preso, dichiarando anche che "non possiamo arrenderci alle modalità di gestione previste dall’amministrazione di questa città che mettendosi una finta maschera innovativa parla di inclusione, multiculturalismo, solidarietà e mutualismo, mentre nei fatti impone, con la solita retorica della legalità e del decoro, un modello di governo urbano che poggia su sgomberi e repressione finalizzati ad espellere le fasce sociali più svantaggiate e le soggettività non conformi o non assimilabili alle sue logiche e alle sue vetrine. Se le occupazioni di spazi si moltiplicano allora l’amministrazione non potrà asfaltarle tutte, ma sarà costretta a trovare il modo di riconoscerne l’esistenza".

 

 

 

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