Oculista morto a Bologna, i sospetti dei parenti di Paolo Borri

La sorella e il cognato sono arrivati dall’America non appena saputa la notizia: "Senza parole". Il medico viveva accanto alla madre, da poco scomparsa. "Ma lui aveva tanti progetti in mente"

Paolo Borri e la targa del suo studio

Paolo Borri e la targa del suo studio

Bologna, 2 marzo 2023 – “Non sappiamo davvero cosa dire, siamo arrivati dall’America appena ci hanno informati". Queste le parole di Frank Savoretti, cognato di Paolo Borri, il sessantaseienne trovato morto con un colpo di pistola in faccia il pomeriggio di lunedì in via del Seminario a San Lazzaro. È proprio lì, nel giardino della casa in cui è stato rinvenuto il cadavere, che ci parla il cognato dell’oculista: "Io e mia moglie, sorella di Paolo, viviamo in Rhode Island, ma abbiamo sempre avuto contatti quotidiani con lui su FaceTime. Questa terribile notizia ci ha colti del tutto impreparati e non sappiamo cosa pensare, come abbiamo detto anche ai carabinieri – prosegue Savoretti –. Paolo era un professionista affermato, amante del suo lavoro e con tanti progetti. Mai abbiamo notato in lui intenti suicidari".

Si ammanta, dunque, ancora più di mistero la morte dell’oculista. "Paolo aveva perso la madre pochi mesi fa. Lei viveva qui con lui, ma in un altro appartamento, e lui se ne era sempre preso cura da vicino. La accudiva anche per conto di mia moglie, che essendo a migliaia di chilometri di distanza non poteva farlo sempre personalmente – conclude Savoretti –. Da qualche tempo, con l’aggravarsi delle condizioni di mia suocera, si era deciso di prendere una badante e Paolo ci aveva detto che aveva intenzione di tenerla con sé anche dopo la morte della madre, per farsi aiutare nelle faccende domestiche. È strano che una persona che aveva appena deciso di tenere una domestica e aveva tanti progetti abbia deciso, dal nulla, di farla finita. Più di questo a ora non ci sentiamo di dire, certi che le indagini faranno chiarezza e ci daranno tutte le risposte in qualsiasi caso".

L’atmosfera era cupa, ieri, anche attorno alla centrale palazzina di via Emilia, sempre a San Lazzaro, in cui da tanti anni, al primo piano, Borri aveva il suo studio oculistico. Il medico infatti, originario di Arezzo, era venuto a Bologna per studiare, prima al liceo Minghetti poi all’università, e da qui non si era più spostato. "Ci scusiamo per il disagio inevitabile, ma gli appuntamenti del dottor Borri sono annullati". Questo il cartello, scritto a mano, appeso fuori dal portone del condominio sulla targa dello studio medico del sessantaseienne, forse da una sua segretaria. E la notizia della scomparsa di Borri viene accolta con stupore anche dall’amministratore condominiale del plesso dello studio: "Abbiamo avuto la riunione di condominio proprio ieri sera (martedì, ndr ). Non si è presentato, ora capisco perché. Ma mai avrei immaginato una notizia simile". Questo a testimoniare l’assoluta estemporaneità di un gesto che, se pure si trattasse di suicidio, ha lasciato sgomento chi lo conosceva.

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