
Stefania Matteuzzi assieme alla sorella Alessandra, uccisa il 23 agosto del 2022
Bologna, 22 maggio 2025 – “Il 13 novembre sarò in aula ad Ancona”. Stefania Matteuzzi non si ferma. La sua battaglia perché sua sorella Alessandra, massacrata sotto casa dall’ex Giovanni Padovani, abbia giustizia va avanti. E ieri per Stefania un ulteriore passo avanti è stato fatto con l’imputazione coatta della psicologa marchigiana Manuela Bargnesi, che aveva postato su TikTok dei video in cui, prendendo le parti dell’assassino, parlava della vittima come di una “figura abusante” che aveva “manipolato” Padovani. “Qualcuno dimentica che io ero al telefono con mia sorella mentre veniva massacrata. Quello che si prova è indicibile. E le parole di odio sono ulteriori ferite in un dolore che non si placa mai”, dice Stefania.
Che ha appreso ieri dai suoi avvocati Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi della decisione del gip di Ancona: “Non me lo aspettavo – dice ancora Stefania – perché la Procura aveva chiesto l’archiviazione per lei. Per me è una notizia importante, perché il suo comportamento è stato gravissimo, in particolare visto il ruolo che questa persona ricopre”.
La psicologa, difesa dagli avvocati Gaetano Puma e Maurizio Lorenzini, era stata anche radiata dall’ordine delle Marche, ma il tribunale civile anconetano l’aveva reintegrata in attesa della conclusione della vicenda penale. “L’apertura del processo riaprirà anche questo aspetto della vicenda”, spiega Stefania. Che ribadisce ancora una volta di non volere “vendetta. Io chiedo solo giustizia per mia sorella, che non c’è più. Che non può più parlare. Le parole di violenza generano violenza e credo che ognuno debba fare la sua parte per invertire questa tendenza. Io andrò avanti, come mi ha detto di fare anche il cardinale Matteo Zuppi, con cui la scorsa settimana mi sono incontrata”.
Subito dopo la tragedia l’arcivescovo si era messo in contatto con Stefania: “Ci siamo sentiti tante volte – spiega –. E quando ci siamo visti mi ha detto una cosa che mi ha molto colpito. ‘Tu fai bene, perché altrimenti Alessandra subirebbe un’altra ingiustizia’, mi ha detto Zuppi. Ed è così, perché Alessandra non può difendersi più. Per questo continuo anche a denunciare i suoi haters”. L’ultimo, tre settimane fa: “Aveva scritto: ‘Cosa ci fa uno così giovane con una vecchia così che non ha neanche soldi’. Parole terribili, verso una persona che non ha neppure conosciuto, che sono state anche ribadite più volte. E allora ho denunciato questa persona, perché ognuno deve prendere consapevolezza delle proprie azioni. Anche sui social”.