Officine Maccaferri, via all’asta La gara ci sarà il 2 dicembre

Dopo la richiesta di Carlyle di acquisire il 100% delle quote, pubblicato il bando. L’azienda: "Prendiamo atto"

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di Rosalba Carbutti

e Riccardo Rimondi

L’asta per Officine Maccaferri è ufficialmente partita. Dopo che il cda di Seci aveva accettato in maniera incondizionata l’offerta dell’Ad Hoc Group capitanato da Carlyle, era stata presentata l’istanza d’asta in Tribunale. Mercoledì il via libera alla vendita. Ne ha dato notizia ieri sera Officine Maccaferri che "facendo seguito al comunicato stampa del 16 ottobre 2020, comunica di aver avuto notizia che è stata avviata al procedura competitiva finalizzata alla vendita della totalità delle azioni Officine Maccaferri, attualmente proprietà di Seci, Società esercizi commerciali industriali".

Una comunicazione necessaria, in quanto la storica azienda dei gabbioni con sede a Zola Predosa è in concordato. Il bando, pubblicato sul sito del tribunale di Bologna, prevede che l’udienza di vendita si tenga il 2 dicembre, con una cauzione del 20 per cento della base d’asta (100mila euro). Il notaio delegato alla vendita è Francesco Veronesi.

La nuova offerta dei fondi prevede l’acquisizione del 100% delle quote della storica azienda, che l’anno scorso ha festeggiato i 140 anni di storia: una differenza soprattutto simbolica con il primo piano dei fondi, respinto dal Tribunale a luglio, che vedeva Seci – e quindi la famiglia Maccaferri – mantenere una quota di minoranza del 4%.

L’offerta di Carlyle (ma in ballo c’era anche la manifestazione d’interesse dei francesi di Vinci, emersa nelle scorse settimane) prevede finanza d’urgenza per 40 milioni di euro: venti milioni saranno erogati subito, gli altri venti al passaggio delle azioni nel caso che l’Ad Hoc Group vinca l’asta (ipotesi, a questo punto, molto probabile).

Soddisfatto Marco Colli (Fiom): "Siamo felici che finalmente si comunichino a trovare soluzioni per l’impero Maccaferri. Il sindacato vigilerà sul fatto che chi acquisterà l’azienda s’impegni per il mantenimento del sito di Bologna".

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