REDAZIONE BOLOGNA

Olimpico, stesso posto a 61 anni dallo scudetto: "Coincidenza speciale"

Corsi e ricorsi storici: gli studi ci riportano a Giambattista Vico. La teoria dei corsi e ricorsi storici non passa...

Corsi e ricorsi storici: gli studi ci riportano a Giambattista Vico. La teoria dei corsi e ricorsi storici non passa...

Corsi e ricorsi storici: gli studi ci riportano a Giambattista Vico. La teoria dei corsi e ricorsi storici non passa...

Corsi e ricorsi storici: gli studi ci riportano a Giambattista Vico. La teoria dei corsi e ricorsi storici non passa mai di moda e chi, meglio di Vico, può riproporla? Il Vico in questione, non è Giambattista, ma Carlo, classe 1952, notaio (anche di Joey Saputo) che era a Roma.

Carlo e la sorella Maria Cristina (nella foto con la famiglia, ndr), il 7 giugno 1964, erano all’Olimpico di Roma, con papà Aldo, a trepidare per Bulgarelli e Janich. "Mio padre era tifosissimo – racconta Carlo –. Ho l’abbonamento dal 1962, c’ero ad Ascoli, quando retrocedemmo in serie B per la prima volta nel 1982".

"La nostra formazione da trasferta – prosegue Carlo – era composta da mio padre, mia sorella, mio cugino Roberto Corinaldesi e il sottoscritto".

Fin qui, quasi tutto normale. Ma ricordate le immagini del Bologna del 1964, in spiaggia a Fregene, perché quella vecchia volpe di Fulvio Bernardini voleva che la squadra si abituasse al caldo romano? Nel primo fotogramma, ci sono due ragazzini, che osservano i giocatori: quei due giovincelli sono Carlo e la sorella Maria Cristina.

"Per Roma – prosegue il notaio – ci siamo attrezzati. Abbiamo acquistato venti biglietti. E, lì per lì, né io né mia sorella ci siamo accorti di nulla. È solo quando siamo entrati all’Olimpico e ci siamo seduti, abbiamo capito. Eravamo negli stessi posti che occupavamo nel 1964. Sembra incredibile, ma è così. Vedevamo la porta e i giocatori come se ci fossero ancora i ragazzi di un tempo".

Così, quando il primo tempo si è chiuso sullo 0-0, Carlo ha pensato che, come nel 1964, il Bologna avrebbe vinto 2-0. Anche se alla fine c’è stato ‘solo’ il gol di Ndoye.

"Ma è stato bello lo stesso", se la ride il notaio che, a casa, ha un maxischermo per seguire il Bologna. Gli amici hanno ribattezzato la sala ’PalaVico’.

a. gal.