PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

Omaggio a Berio e Ravel. Dirige Cristina Zavalloni

Il debutto della cantante con l’Orchestra Senzaspine: "Catalizzo le energie di tutti"

Il debutto della cantante con l’Orchestra Senzaspine: "Catalizzo le energie di tutti"

Il debutto della cantante con l’Orchestra Senzaspine: "Catalizzo le energie di tutti"

Per celebrare due importanti anniversari, i 100 anni dalla nascita di Luciano Berio e i 150 da quella di Maurice Ravel, l’Orchestra Senzaspine mette in scena questa sera alle 21, all’Oratorio San Filippo Neri di via Manzoni, un concerto dedicato al versante popolare della loro scrittura. Verranno eseguite le Folks Songs di Berio e le Mélodies hébraïques e Mélodies populaires grecques di Ravel. Ospite Cristina Zavalloni, non solo nella veste di cantante, ma anche per la prima volta nella direzione della formazione sinfonica bolognese. Replica il 27 nel Castello di Serravalle nella rassegna Corti, chiese e cortili.

Signora Zavalloni, quello di questa sera è per lei un esordio. Da cosa nasce? "Pur non essendomi mai cimentata con la direzione, e pur non avendoci mai pensato, il senso del coordinamento, e anche del trascinamento di un ensemble è il frutto naturale del mio lavoro abituale, quello della cantante. Da leader di tanti gruppi diversi, ho imparato come anche con la sola voce, fosse necessario dare le indicazione esatte ai musicisti, suggerire sfumature e cambi di tempo, che è quello che fa il direttore d’orchestra".

Poi c’è stato un incontro importante... "A Imola alle masterclass di Alta Formazione dell’Accademia Internazionale Incontri con il Maestro, con le quali io collaboro. Nei corsi di direzione d’orchestra, tenuti dal Maestro Marco Boni, l’Orchestra residente è proprio Senzaspine. E Tommaso Ussardi, direttore artistico dell’ensemble, mi ha chiesto di immaginare un concerto durante il quale, oltre a cantare le ’Folk Songs’, avrei diretto il gruppo".

E lei ha accettato. "Subito. Perché le Folk Songs di Berio sono tra le partiture che più amo e che, soprattutto, più ho eseguito, sotto la direzione di grandi Maestri, da Marco Angius a Carlo Boccadoro. E ognuna di queste straordinarie personalità le ha curate da punti di vista e con accenti molto diversi. E a ognuna ho carpito qualcosa, sino a arrivare a un mio personale punto di vista di questo capolavoro senza tempo. Oltre a Berio, abbiamo anche preparato le Hébraïques e Mélodies populaires grecques di Ravel, in una inedita versione strumentale, dove quindi sarò una direttrice d’orchestra ‘pura’. Ma con una sorpresa nel finale".

Cosa significa, per lei, dirigere? "Credo che l’aspetto più affascinante sia quello di essere il catalizzatore delle energie che ogni singolo musicista esprime e che voglio ricondurre a una entità unica, che sia la somma di tutte le altre. Voglio raccontare una storia, quella della visione di Berio, che ci ha regalato un omaggio straordinario all’universo della musica popolare, che ha avuto una grandissima influenza su quelle composizioni che vengono definite colte. Vorrei che l’Orchestra Senzaspine questa sera suonasse come se fosse il mio gruppo jazz, con flessibilità e naturalezza".

Pierfrancesco Pacoda