Omicidio a Brescello, la Cassazione annulla le condanne

La Cassazione ha annullato con rinvio a una diversa sezione della Corte di Assise di Appello la sentenza con cui, il 30 settembre 2021 nel processo di ‘Aemilia 1992’, erano stati condannato all’ergastolo quattro imputati per due omicidi commessi, appunto, nel 1992. Tra questi, Antonio Lerose, che vive a Bologna. Si tratta di un ‘cold case’ riaperto dopo lungo tempo, con arresti arrivati nel 2017 e nuove accuse. Rimane comunque confermato anche dalla Cassazione un ergastolo, per il boss Nicolino Grande Aracri, come mandante di uno dei due delitti. L’imputato bolognese è a processo per l’omicidio di Giuseppe Ruggiero, 35enne cutrese, ammazzato da quattro uomini travestiti da carabinieri il 22 ottobre 1992 a Brescello, nel Reggiano. Al centro del processo c’era la faida tra le cosche rivali Vasapollo-Ruggiero e Dragone-Grande Aracri-Ciampà-Arena. In primo grado Grande Aracri a Reggio Emilia era stato giudicato colpevole come mandante per l’omicidio Ruggiero, mentre per l’altro delitto era stato assolto per "non aver commesso il fatto" e assolti erano stati anche gli altri tre imputati (con Lerose, Angelo Greco e Antonio Ciampà). La Corte di assise di appello, presieduta da Orazio Pescatore, aveva in seguito accolto le ragioni della Procura generale di

Bologna, rappresentata dalla procuratrice generale reggente Lucia Musti e dalla pm della Dda Beatrice Ronchi, applicata anche in secondo grado, condannando i quattro. Ora i quattro avranno un nuovo appello. Bisognerà attendere le motivazioni, ma è possibile che la Cassazione abbia valutato una violazione del principio della rinnovazione dell’istruttoria.

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