Bologna, omicidio Vitalina Balani. Sconto di pena al commercialista Andrea Rossi

Ricorso per le celle troppo piccole e i giudici gli danno ragione: sconto di 4 mesi. Ma lui: "Voglio di più"

Andrea Rossi, Vitalian Balani nel riquadro

Andrea Rossi, Vitalian Balani nel riquadro

Bologna, 4 giugno 2017 - Una cosa è certa, Andrea Rossi non è uno che si rassegna. Condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio dell’ex cliente Vitalina Balani, il commercialista oggi 54enne è in carcere da 10 anni ma non ha smesso di combattere. Prima ha fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la condanna poi, nell’attesa di veder discusso il suo caso, si è rivolto al Tribunale di sorveglianza. Motivo? Ha chiesto uno sconto di pena sostenendo che la detenzione a cui è stato sottoposto era disumana per una serie di motivi, a cominciare dalle celle troppo piccole. E i giudici gli hanno dato ragione, facendogli uno sconto di 4 mesi. Non pago, Rossi, assistito dall’avvocato Gabriele Bordoni, ha fatto un altro ricorso chiedendo uno sconto ben più consistente, di oltre un anno. Se anche questa domanda verrà accolta, dopo l’estate potrà già chiedere i primi permessi per uscire.

Il delitto Balani è uno dei casi più eclatanti avvenuti negli ultimi 15 anni sotto le Due Torri. Nella torrida estate 2006, Rossi uccise Vitalina Balani, una sua cliente di 70 anni che gli aveva dato da investire due milioni di euro. Il commercialista fu arrestato nel 2017 e il processo è appunto finito con la condanna all’ergastolo, confermata in appello e Cassazione. Da allora Rossi, padre di sei figli, è finito prima nel carcere della Dozza, poi in quello di Ferrara, quindi di nuovo alla Dozza, dove si trova attualmente.

Nel ricorso al giudice di sorveglianza ha evidenziato i periodi in cui si è trovato assieme ad altri due detenuti in celle inferioni ai 10 metri quadrati. Secondo la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, infatti, ogni detenuto ha diritto a uno spazio minimo di almeno 4 metri quadrati, altrimenti sono violati i suoi diritti e la detenzione è «disumana e degradante». Le celle della Dozza sono di 10 metri quadrati, cui va detratto l’ingombro degli armadietti. Nei periodi in cui Rossi era assieme ad altre due persone, ogni detenuto aveva dunque 3,15 metri quadrati per sé, uno spazio «gravemente insufficiente».

Ancora peggio a Ferrara, dove i metri erano appena 3,04 metri. Se poi aggiungiamo che, sia a Bologna che a Ferrara, i detenuti potevano stare fuori dalle celle, in cortile o negli altri spazi comuni, per meno di 8 ore al giorno, ecco che il quadro «di sistematica lesione dei loro diritti» è completo. Perciò il giudice Susanna Napolitano ha accolto la domanda nei mesi scorsi. Per legge, ogni 10 giorni di violazione ne spetta uno di sconto: essendo 1.241 i giorni ‘incriminati’, lo sconto ammonta a 124 giorni, cioè 4 mesi.

Ma Rossi vuole di più: ha appunto fatto ricorso al Tribunale di sorveglianza, cioè al secondo grado, chiedendo che dal totale dei metri vengano detratti anche i letti, non solo gli armadi, secondo un nuovo orientamento della Cassazione. Se i giudici gli daranno ragione, lo sconto salirà. E parecchio. E così, pur all’ergastolo, potrà aspirare ai primi benefici. Rossi ha infatti già scontato 10 anni, cui ne vanno aggiunti tre per la buona condotta: grazie alla nuova (eventuale) detrazione, ragginguerà la quota di pena necessaria a chiedere i permessi premio.

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