Omicidio Balboni, il dolore degli amici sui profili social di Giuseppe

I messaggi durante la scomparsa e dopo la morte

Giuseppe Balboni

Giuseppe Balboni

Bologna, 27 settembre 2018 - Per gli amici di Roma era ‘Peppe er nero’. Per le amiche più strette, «amore mio». Per tanti era semplicemente ‘Giuse’. Per tutti, «un fratello». Nell’era dei social, dove vacanze ed eventi importanti si collezionano su Facebook e le foto non sono tali se non pubblicate (rigorosamente) su Instagram, anche le tragedie vengono dipinte online.

I disperati messaggi su WhatsApp durante  le ricerche
I disperati messaggi su WhatsApp durante le ricerche

I profili social di Giuseppe Balboni, in queste ore, sono un album di dolore e ricordi: su Instagram, in particolare, i ragazzi non sembrano proprio voler rinunciare a raccontare i propri sentimenti attraverso le famose ‘storie’, video di breve durata in cui è possibile condividere foto, filmati, frasi, di tutto e di più. Ed è così che basta scorrere i profili degli amici di ‘Balbo’ – era chiamato anche così dai compagni – per avere davanti agli occhi la sofferenza di chi affronta un lutto per qualcuno che non c’è più.

 La disperazione dell'ex fidanzatina

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Sulla pagina di Giuseppe spicca su tutte una frase perentoria: «Se mi volete morto, la fila è lunga». Forse, l’atteggiamento di un ragazzo pronto a sfidare il mondo a viso aperto. Una frase che, in ogni caso, non è passata inosservata ed è stata ripresa da molti nelle proprie condivisioni. Nonostante il dolore, c’è infatti chi si lascia andare a qualche rimprovero: «Hai fatto un mare di ca...ate, ma ciò non doveva impedirti di continuare a vivere», scrive uno dei follower. 

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C’è l’ultima conversazione via WhatsApp, pubblicata da un amico: un appello disperato fatto di «Ci manchi», «Torna qui da noi», «Ti vogliamo un mondo di bene», in quei giorni di angosciante attesa che hanno scandito l’ultima settimana, dopo che di Giuseppe si sono perse le tracce. Un’immagine che racconta l’impazienza di mettersi in contatto con un amico che non è più online da giorni. L’ultimo accesso di WhatSapp parla chiaro: 17 settembre 2018, ore 6.41. I social, in fondo, fanno anche questo: dettano il tempo della nostra vita. 

Ci sonoci tantissimi, strazianti messaggi degli amici. Le storie di Instagram, questa volta, raccontano davvero fino in fondo una storia: non c’è amico che si lasci scappare l’occasione di condividere un pensiero, un «Riposa in pace», una foto ricordo, qualcosa che sottolinei che una giovane vita non doveva essere spezzata così. «Non te lo meritavi», aggiunge un altro, e poi un altro ancora. E ancora, le storie non si fermano. 

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L’appello più tragico, forse, quello di una fidanzatina passata, cancellato proprio ieri, all’indomani della tragica notizia. Prima una lettera a cuore aperto scritta a penna su un foglio a righe, in stampatello, nei giorni della ricerca disperata. Qualcosa di inusuale, che non va più di moda tra i giovani d’oggi, come un fiume in piena di emozioni che non poteva non essere messo nero su bianco. E poi, ancora una volta, pubblicato sui social. 

«Insieme ne abbiamo passate tante – scrive la giovane –, sia di belle che di brutte. Abbiamo riso, giocato discusso e pianto. Ci siamo fidanzati due volte e, anche se è finita, tu rimani sempre il mio Beppe. Ma Dado, che fine hai fatto? Dove sei finito?».

Un grido disperato in una settimana di silenzio assordante. Tra le righe, però, emerge anche altro oltre alla mancanza di un giovane amore: un’invocazione verso quel ‘carattere difficile’ sottolineato da tanti coetanei. «Non so in che guaio ti sei cacciato, ma per saltarne fuori devi farti aiutare». E ancora: «Nessuno ti giudica, sei il mio eroe». Infine, l’ultimo post – rimosso anche questo –: una foto insieme con un’ultima, toccante dichiarazione d’amore eterno. C’è tutta la storia di una vita sui social.

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