Omicidio Balboni, l'assassino: "L’ho trascinato e poi buttato nel pozzo"

Trovato il telefonino della vittima: sarà analizzato insieme a quello del killer

Giuseppe Balboni

Giuseppe Balboni

Bologna, 28 settembre 2018 - Resta in carcere il 16enne di Tiola di Castello di Serravalle che il 17 settembre scorso ha ucciso Giuseppe Balboni, suo coetaneo e amico. Ieri, in serata, dopo un’udienza di quasi due ore, il gip Anna Filocamo ha sciolto la riserva, convalidando il fermo e la richiesta di carcere (non è stata contestata la premeditazione) per il minore che, anche davanti a lei, ha ribadito quanto già confessato al pm Alessandra Serra e alla procuratrice Silvia Marzocchi martedì, giorno del ritrovamento del cadavere nel pozzo di casa sua. «Giuseppe è venuto da me, aveva un coltello serramanico in pugno e mi minacciava», ha detto anche al giudice sebbene questo coltello non sia stato trovato nemmeno ieri dai carabinieri che torneranno pure oggi a Tiola per nuove ricerche. Secondo il sedicenne, Giuseppe quella mattina lo aveva spaventato sia con l’arma sia prendendo a calci il cancello. Così era uscito armato di pistola. Un movente chiaro, se non screzi tra ragazzi, non c’è. Quel che c’è sono gli spari al volto e la morte di Giuseppe.

Giuseppe Balboni aveva 16 anni
Giuseppe Balboni aveva 16 anni

Leggi anche: Il dolore degli amici sui profili social di Giuseppe   Le ricerche hanno portato alla luce il telefonino della vittima e adesso verrà analizzato insieme con quello del suo aguzzino, con un’apposita perizia informatica. Bisogna ricostruire gli ultimi contatti tra i due e tra la cerchia di amici per ricostruire il perché di quel delitto e se qualcuno poteva sapere qualcosa, se quualcuno può aver avuto un ruolo.  Resta, intanto, lo strazio delle famiglie, compresa quella del killer che ieri si è presentata al Pratello, all’udienza, dove ha potuto vedere il ragazzo. «È un’immane tragedia per entrambe le famiglie. Noi dobbiamo proteggere il minore», l’unico commento rilasciato al termine dal difensore dell’assassino, l’avvocato Icilia Leoni, mentre in aula c’era il codifensore Pietro Gabriele. Non sono invece stati ammessi all’udienza i legali della famiglia Balboni, gli avvocati Morace e Lamazza che valutano adesso un reclamo. Quanto al sedicenne, resta in carcere, sotto un regime di monitoraggio potenziato disposto per lui nonostante nelle prime ore non abbia destato problemi.

 

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