Bologna, 27 aprile 2025 – Ci sono due indagati per la morte di Eddine Bader Essefi, 19enne tunisino deceduto all’ospedale Maggiore attorno alla mezzanotte del 25 aprile.
Il ragazzo sarebbe stato picchiato per strada, nel quartiere Barca, in via Colombi, vicino a via Buozzi, intorno alle 22, dopo aver urtato un altro ragazzo che era in compagnia di un amico, entrambi più grandi e forse conoscenti. Così lo avrebbero pestato e buttato a terra, facendolo cadere sulla strada e sul marciapiede. A quel punto la chiamata al 118, la corsa in ospedale e il decesso qualche ora dopo.

La fidanzata: "Non ho visto l’aggressione”
Secondo i primi accertamenti dei carabinieri del nucleo investigativo la vittima era in compagnia della ragazza. "Il mio ragazzo era un po’ ubriaco, però era lucido. Ha iniziato a litigare con questo ragazzo o meglio con questo signore”, ha detto la giovane.
La ragazza ha raccontato di un'aggressione iniziata sotto il portico del Treno e finita a qualche centinaia di metri, in via Colombi. “Bader è scappato, è arrivato qui, io sono arrivata e l'ho trovato per terra, col signore che l'ha aggredito. Non ho visto l'aggressione. Tutti presumono che l'abbia investito con lo scooter. Io l'ho trovato disteso, l'ho coperto, non mi sembrava giusto che rimanesse qui”.
La giovane, intervistata sul luogo dove il ragazzo è stato soccorso e dove in tanti hanno portato fiori, ha spiegato che il suo fidanzato non conosceva le persone che lo hanno aggredito: “Di vista, si salutavano, non erano amici”. “Era un ragazzo dolce, un pezzo di pane, non aveva problemi con nessuno. Tutti lo amavano, faceva il cuoco e il locale ha chiuso per lutto, hanno portato fiori anche loro. Tutti stanno male, tutti sono in lutto, anche io, ma devo essere forte per lui e vivere per lui”.

La Procura di Bologna, con il pm Andrea De Feis, ha già stato aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale.
Martedì, per capire di più sulla colluttazione e su cosa abbia provocato la morte del 19enne tunisino, verrà svolta l’autopsia sulla salma. Le difese potranno nominare consulenti per l'esame medico legale.
Chi era Eddine Bader
Già ieri, nel pomeriggio, sono comparse le prime scritte in ricordo di Eddine Bader, 19enne tunisino arrivato in Italia anni fa come minore straniero non accompagnato. È stato seguito dai servizi per l'accoglienza e non risulta avere famiglia in città, come confermato anche dal parroco Don Andres Bergamini della chiesa di Sant’Andrea Apostolo alla Barca. Il parroco si è sentito anche con il cardinale Matteo Zuppi che si è subito interessato alla vicenda.

Proprio in questo quartiere il ragazzo usciva in compagnia degli amici. E proprio alla Barca si è consumato l’omicidio. Sono tante le scritte in ricordo di Bader. Sulla strada, vicino ai fiori, dove è morto il 19enne. Ma anche sulle mura vicino e sotto la chiesa. E poi, sotto i portici di via Tommaseo, con un cuore dove ci sono le iniziali di Bader e della fidanzata.
Il giovane lavorava in un locale in via Saragozza, Manicarettibo, dove nelle serrande abbassate è scritto ‘Chiuso per lutto sabato 26 aprile e domenica 27 aprile’. Alcuni suoi colleghi sono passati anche su quel maledetto marciapiede alla Barca, in via Colombi, lasciando una piccola orchidea bianca con scritto: “Ciao Bader, fai buon viaggio. Da una famiglia di Manicaretti”.

Lepore: “Abbiamo sentito la famiglia in Tunisia”
“C'è da esprimere il cordoglio alla famiglia di questo ragazzo che è in Tunisia, è stata raggiunta da noi così come dalla comunità islamica. Seguiremo la storia di questo ragazzo che purtroppo non c'è più”, ha detto il sindaco Matteo Lepore, parlando coi giornalisti a margine del momento di ricordo e cordoglio, al parco dove si svolge la festa 'Un treno di primavera’ nel rione Barca.
"Ancora le indagini ci devono dire cosa realmente è accaduto. Prima di lanciare un allarme di sicurezza sulla Barca io aspetterei. Io sono qui oggi perché era previsto questo momento di festa, lo abbiamo trasformato in un momento di cordoglio. Sono vicino a tutti gli amici, alle persone che lo conoscevano e anche ai cittadini che al momento si fanno domande su quanto è successo. Noi siamo a disposizione anche degli inquirenti, con le telecamere e tutto quello che possiamo mettere a disposizione”, ha aggiunto.
Il parroco Don Andres ha ricordato il giovane anche durante la messa di questa mattina alle 11. Prima di entrare nella chiesa di Sant’Andrea ha spiegato: “Sono eventi che scuotono. Tutte le persone si sentono parte di questa comunità e ci tengono molto che si viva bene. Quando succedono fatti così gravi e dai contorni non chiari si rimane male. Una cosa del genere ci lascia sgomento”.