Omicidio Biagi a Bologna: "Il 41 bis c’è per un motivo, che rabbia se lo togliessero alle Br"

Lorenzo, figlio del giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse: "Ma condivido il richiamo alla tutela della dignità dei detenuti"

Lorenzo, il figlio di Marco Biagi ucciso 20 anni fa dalle Br

Lorenzo, il figlio di Marco Biagi ucciso 20 anni fa dalle Br

Bologna, 10 gennaio 2023 – "Questo ragionamento forse è utile a far comprendere come la penso, almeno per una parte di questa vicenda: è come se Nadia Lioce, responsabile dell’omicidio del mio babbo Marco Biagi, facesse lo sciopero della fame in carcere e ci fosse una raccolta firme per revocarle il 41 bis. Allora in quel caso io, come figlio di una vittima del terrorismo, mi indignerei parecchio".

Lorenzo, il figlio di Marco Biagi ucciso 20 anni fa dalle Br
Lorenzo, il figlio di Marco Biagi ucciso 20 anni fa dalle Br

Chiede cautela, ma con rigore legato al rispetto dell’ordinamento giuridico Lorenzo Biagi, figlio del giuslavorista Marco ucciso poco più di 20 anni fa dalle Nuove Brigate Rosse. Che interpellato sull’opportunità della raccolta firme ’per la vita’ di Alfredo Cospito, attivista anarchico al regime del 41 bis, condannato per avere gambizzato un dirigente dell’Ansaldo e tuttora imputato per ’strage politica’ (ma manca ancora una pronuncia della Consulta), fa un distinguo preciso sulla sua posizione.

"Il 41 bis viene dato di solito ai terroristi, per esempio, quando possono costituire un pericolo, dall’interno del carcere, per la sicurezza pubblica – argomenta Biagi –. Del 41bis se ne occupano i giudici, per essere ancora più precisi se ne occupa il tribunale di Sorveglianza di Roma, quindi non vedo cosa c’entri una raccolta firme per revocare una misura che viene giustamente assegnata, se ci sono i presupposti. Come mi pare ci siano nel caso di Cospito, visto che tra le altre cose ha anche attentato alla vita di una persona, gambizzandola. Detto questo però – continua Biagi –, non condivido solo in parte la posizione della vicesindaca Emily Clancy riportata dalla stampa, perché invece lei ha ragione quando dice che va tutelata la dignità umana, sempre. Sbaglierei in primis io, se non considerassi la tutela della condizione umana. Ci vuole assoluta cautela, non mi addentro nelle pieghe giuridiche. Ma mi sfuggono, però, i motivi dell’appello se le necessità del 41 bis sono comprovate come nel caso di Cospito. Viene di solito applicato per pericolo grave per la sicurezza pubblica. E quali sarebbero le conseguenze di una sospensione?".

Il 41 bis è stato deciso lo scorso anno dal ministero della Giustizia, perché nel corso della detenzione Cospito ha inviato, come spiegato dall’allora ministra Marta Cartabia, "numerosi messaggi" ai "compagni anarchici" che sono stati "invitati esplicitamente a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci". L’anarchico era stato condannato a 10 anni e 8 mesi per aver gambizzato Roberto Adinolfi. E’ stato poi accusato di aver piazzato due pacchi bomba a Fossano, davanti alla Scuola allievi dei carabinieri: né morti né feriti, ma è stato condannato in appello a 20 anni.

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