Omicidio di Badolo, la carta della vecchia archiviazione

La richiesta del pm, che risale al 2000 e fu poi accolta, sarà depositata con le "nuove prove" per chiedere la revisione del processo

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Una delle carte che faranno parte del ’malloppo’ che l’avvocato Duccio Cerfogli presenterà nell’istanza per chiedere un nuovo processo per Nicola Nanni, porta la data del 27 dicembre 2000, firmata dal pubblico ministero Gabriella Castore. Tre pagine dove il magistrato chiedeva – e poco dopo otteneva dal gip – l’archiviazione dalle accuse contro Nicola Nanni di aver ucciso la mamma, la 78enne Tommasina Olina accettata alla testa il 5 gennaio 2000 a Badolo di Sasso Marconi. Nanni, all’epoca 46 anni, fu il primo a essere indagato nell’iniziale inchiesta, poi archiviato; sotto inchiesta nuovamente nel 2008 nella riapertura del cold case e condannato all’ergastolo nei tre successivi gradi di giudizio. "Ma ci sono troppe cose che non tornano", spiega il legale che è pronto a chiedere alla Corte d’Appello di Ancona la revisione del processo. E con le "prove nuove", ecco allegata anche la ricostruzione che ne diede l’allora pm nel chiedere l’archiviazione di Nanni. L’anziana, scrisse, venne "barbaramente uccisa da ignoti che si erano introdotti nell’abitazione al fine di derubarla e si erano allontanati dopo aver sottratto poche centinaia di migliaia di lire e un assegno bancario". Le indagini, aggiunse, "hanno percorso tutte le piste investigative, essendo emersa l’esistenza di controversie di natura economica per la spartizione di una eredità tra la famiglia della deceduta e quella del fratello", nonché la presenza di "collegamenti tra il figlio Nicola Nanni e alcuni pregiudicati del posto". Ma non quelli, spiega oggi l’avvocato Cerfogli, "emersi dalle nostre indagini difensive". Pregiudicati "non del posto", che frequentavano casa Nanni, "ma che nei nove faldoni della Procura non vi è traccia".

Nanni che fu protagonista di una serie di misteri e contraddizioni. Come l’aver coperto il corpo della mamma prima dell’arrivo del 118, sostenendo poi di aver ricevuto dagli stessi quelle indicazioni, subito però smentito. Come smentita la versione del suo portafoglio che avrebbe dato alla ex la notte del delitto. Portafoglio "mai più rinvenuto", scrisse il pm. Il quale aggiunse: "Tali contraddizioni sono facilmente giustificabili se solo si pensa allo sconvolgimento emotivo di un figlio che trova la propria madre barbaramente trucidata e che inconsapevolmente e automaticamente può fare cose delle quali poi non ricorda e che comunque attengono a circostanze assolutamente di contorno e ininfluenti per la ricostruzione del fatto criminoso".

Nicola Bianchi

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