Omicidio Gallo, la consulenza sull’ex: "Patologia grave, ma può restare in carcere"

Il Riesame si è riservato sull’eventuale trasferimento agli arresti domiciliari

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La patologia, confermata dal medico Matteo Tudini, è sì grave ma non tale da porlo in condizioni di incompatibilità con la detenzione carceraria. Dal 29 luglio è alla Dozza accusato di avere ucciso la ex fidanzata, Kristina Gallo (foto). E ora, con l’indagine della Procura chiusa e una probabile richiesta di rinvio a giudizio alle porte, la sua partita si è spostata davanti al Riesame dove ieri si è discussa l’eventualità di un trasferimento ai domiciliari o in una struttura apposita. Perché, per la difesa di Giuseppe Cappello, 44 anni, con la sua malattia non dovrebbe più restare alla Dozza. Per fare chiarezza una volta per tutte i giudici del Riesame avevano affidato a Tudini una perizia. Secondo quest’ultimo, ora, la malattia dell’indagato non sarebbe incompatibile con il carcere. Non solo. Il medico, nel suo lavoro, ha registrato toni dell’umore di Cappello molto depressi proprio per via della restrizione carceraria e idee autolesive. I giudici si sono riservati la decisione.

Il corpo di Kristina, in una posizione innaturale, giaceva sul pavimento dell’appartamento di via Andrea Da Faenza da giorni. Era il 26 marzo del 2019 e ci sono voluti tre anni e mezzo di indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dal procuratore aggiunto Francesco Caleca, e 6mila telefonate nascoste analizzate, per ricostruire quella morte, mettere in fila gli ultimi momenti di una vita tormentata. E arrivare così a identificare il presunto colpevole di quella violenza che aveva spezzato, a 27 anni, la vita di Kristina Gallo: l’ex, indagato alla fine del 2021 e arrestato a luglio dopo la ’pronuncia’ dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo che, nella consulenza chiesta dalla Procura, ipotizzò la morte violenta ad opera di terzi. Omicidio volontario aggravato dallo stalking, l’accusa. Perché, come scriverà il gip Roberta Dioguardi, le minacce di Cappello verso l’allora 27enne erano all’ordine del giorno. L’uomo, difeso dagli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandra Di Gianvincenzo ha annunciato la volontà di farsi interrogare.

n.b.

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