Omicidio Gallo, l’ex fidanzato dai magistrati: "Sono innocente, non ho ucciso Kristina"

"Sono innocente e non ho ucciso nessuno". Giuseppe Cappello, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata 27enne Kristina Gallo, è stato sentito ieri mattina, su sua richiesta, dai magistrati titolari del fascicolo, il procuratore aggiunto Francesco Caleca e il pm Stefano Dambruoso. Pochi giorni fa il Tribunale della Libertà aveva rigettato il ricorso presentato dai legali di Cappello, avvocati Gabriele Bordoni e Alessandra Di Gianvincenzo, contro la decisione del gip di non concedergli i domiciliari. L’uomo è in custodia cautelare dallo scorso 29 luglio. L’interrogatorio davanti ai pm è durato circa una mezz’ora. "Ha ribadito la sua innocenza e il suo dolore per la scomparsa della ragazza, alla quale era molto legato – ha spiegato Bordoni –. È apparso molto provato, quindi ad un certo punto è stato meglio interrompere".

Secondo gli inquirenti Cappello avrebbe soffocato la 27enne con un cuscino e la giovane fu trovata morta il 26 marzo 2019 sotto il letto di casa sua, in Bolognina. Ma i primi accertamenti si indirizzarono su un decesso naturale, ipotesi che poi le successive indagini hanno sconfessato, portando all’arresto a distanza di oltre tre anni. I giudici della Libertà avevano incaricato un consulente medico legale di valutare le condizioni di salute di Cappello, affetto da una patologia, e l’accertamento ha concluso per la non incompatibilità con la detenzione carceraria. L’indagine, all’inizio del mese scorso, è stata chiusa, ora toccherà ai magistrati valutare se chiedere il rinvio a giudizio (ipotesi molto concreta) o l’archiviazione.

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