Omicidio di Kristina Gallo Bologna, via al processo: consulenti e periti a confronto

Rebus abbreviato, Giuseppe Cappello è accusato anche di stalking. Si torna in aula ad aprile L’avvocato dell’imputato, Bordoni: "È innocente, depositate nuove prove a suo favore"

Bologna, 13 dicembre 2022 - Palla ai consulenti. Sul caso Kristina Gallo ora tocca ai tecnici che si sono occupati della vicenda confrontarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare Sandro Pecorella. Dopo di che, si procederà col processo, con ogni probabilità in rito abbreviato come richiesto dalla difesa. Alla sbarra Giuseppe Cappello, il quarantaquattrenne accusato dell’omicidio aggravato dallo stalking dell’ex fidanzata Kristina, 27 anni, trovata senza vita dal fratello il 26 marzo di tre anni fa nel suo appartamento in via Andrea da Faenza. Cappello, difeso dagli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandra Di Gianvincenzo, è in arresto dallo scorso luglio. Ieri, l’udienza preliminare del processo a suo carico.

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Udienza rinviata al 4 aprile nell’aula bunker della Dozza. Lì, si terrà il confronto tra i medici legali che si sono occupati del caso: i tre periti nominati dalla procura in due fasi successive, cioè il primo che eseguì l’autopsia stabilendo una morte naturale, e le due anatomopatologhe, tra cui Cristina Cattaneo, che un anno fa ipotizzarono la morte violenta a opera di terzi; e i consulenti delle parti. Proprio ieri sono state depositate nuove prove dalla difesa: gli avvocati Bordoni e Di Gianvincenzo hanno presentato una consulenza medico-legale che proverebbe come non ci siano elementi tali da sostenere una responsabilità del loro assistito nella morte della ex, che sarebbe stata naturale, come inizialmente ipotizzato. Non solo. Gli avvocati hanno depositato pure una prova diretta, la testimonianza della compagna di Cappello, che ha rivelato loro di non avere notato, all’epoca della morte di Kristina, il graffio sul collo dell’imputato che per l’accusa gli fu inferto dalla giovane durante la colluttazione che culminò col suo soffocamento. Sotto le unghie della Gallo furono rinvenute tracce di Dna dell’uomo, "ma secondo gli esperti da noi consultati potrebbero risalire anche a più di dieci giorni prima del decesso", chiarisce l’avvocato Bordoni. Il quale commenta: "Prevedevamo che il giudice decidesse di sentire i medici legali che si sono occupati della vicenda. Sussiste ben più di un ragionevole dubbio sulla colpevolezza del mio assistito".

Ammesse poi le parti civili al processo: i genitori di Kristina e la figlioletta della donna avuta da un relazione precedente a quella con Cappello, difesi dall’avvocato Cesarina Mitaritonna, e l’associazione che tutela le vittime di stalking ’La Caramella buona’, rappresentata dall’avvocato Barbara Iannuccelli.

Il corpo di Kristina fu trovato dal fratello qualche giorno dopo il decesso (avvenuto tra il 22 e il 24 marzo 2019), disteso per metà sotto il letto e con evidenti graffi. Inizialmente, gli inquirenti stabilirono si trattasse di morte naturale, attribuendo le lesioni al cane Rottweiler della ragazza. Poi, il corpo fu cremato. Tre anni e mezzo dopo, le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo e il rinvenimento di seimila telefonate nascoste, hanno portato gli inquirenti ad arrestare il presunto assassino, già indagato per stalking.

 

 

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