Omicidio Matteuzzi, Giovanni Padovani oggi in aula a Bologna. La sorella di Sandra: “Ora vogliamo giustizia”

Disposta nuova perizia psichiatrica. L’imputato, accusato dell’uccisione dell’ex fidanzata, si è presentato con una canottiera nera, barba e capelli lunghi. L’abbraccio con la madre

L'arrivo in tribunale di Giovanni Padovani

L'arrivo in tribunale di Giovanni Padovani

Bologna, 19 luglio 2023 – Barba lunghissima, capelli in disordine e canotta nera, poi l’abbraccio con la madre. Si è presentato così in tribunale, questa mattina, Giovanni Padovani, imputato per il femminicidio di Alessandra Matteuzzi avvenuto il 23 agosto 2022. L’ex calciatore di Senigallia, si è seduto tra il suo avvocato Gabriele Bordoni e la psicoterapeuta Cinzia Gimelli mentre i periti discutono gli esiti della perizia eseguita.

“Penso che mia sorella avrebbe sofferto tanto a vedere tutto questo”. Stefania Matteuzzi piange disperata. È la prima volta che rivede faccia a faccia Giovanni Padovani, l’assassino di sua sorella Alessandra, dal giorno dell’omicidio.

Al polso porta un braccialetto di sua sorella e in mano stringe la medaglietta dell’amata cagnolina di Sandra, Venny, morta pure lei di recente a 17 anni. “Penso a Sandra, al male che le ha fatto. E alla mia mamma. Devo essere forte anche per loro. Ripenso continuamente alle urla di quella sera, ero al telefono con lei mentre lui la colpiva. Ce l’ho sempre in mente. Ora voglio giustizia: se non l’avrà Alessandra, vuol dire che la giustizia non esiste”

Presenza della psicologa che arriva dopo la segnalazione della consulente stessa alla Corte d’assise presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, in cui – date le “condizioni di salute mentale” dell’imputato, “aggravate dallo stress della condizione di reclusione e la pressione dovuta alla perizia in corso” – si richiedeva di farlo affiancare da uno specialista durante le udienze.

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Durante la ricostruzione dell’omicidio da parte della pm Lucia Russo, Stefania, si è sentita male, e tra le lacrime, è dovuta uscire dall'aula sorretta da chi le sedeva vicino. Il volto dell'accusato, nel mentre, è apparso privo di espressione e assente.

L’udienza si è conclusa con la richiesta da parte della Corte d'Assise ai periti nominati dal tribunale, perché rispondano al quesito volto ad accertare se l'imputato, al momento dell'omicidio, fosse incapace di intendere e volere. Dovranno, dunque, verificare le condizioni mentali e di alterazione patologica di Padovani al momento dei fatti. I periti verranno ascoltati in merito dalla corte il 20 novembre prossimo.

L’imputato è attualmente in carcere a Reggio Emilia. La perizia psichiatrica eseguita nei giorni scorsi ne ha accertato la capacità di stare in giudizio. Padovani risponde di omicidio aggravato da stalking, premeditazione, futili motivi, legame affettivo con la vittima. La famiglia della vittima è rappresentata dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini.