Bologna, omicidio Alessandra Matteuzzi. Padovani ai pm: “Lei era la mia droga”

L’interrogatorio in carcere al ventisettenne. A breve la richiesta di giudizio immediato

Bologna, 15 febbraio 2023 – Giovanni Padovani ha parlato per ore. In un lungo interrogatorio più volte interrotto a causa delle sue crisi di pianto, ha risposto a tutte le domande che gli hanno posto i pm.

E ha ricostruito la tragica sera in cui ha assassinato, a martellate, calci, pugni e colpi di panchina, la sua ex Alessandra Matteuzzi, 56 anni.

“Lei era la mia droga, la mia ossessione. Non posso credere che non la rivedrò mai più”, le sue parole ai magistrati.

Quella notte, il ventisettenne senigalliese ha raccontato di essere stato colto da una “furia cieca”, ma ha respinto le accuse di avere premeditato il delitto.

Come aveva ricostruito la notte del suo arresto, subito dopo l’omicidio, anche questa mattina ha ribadito di avere portato con sé il martello soltanto per legittima difesa, nei confronti del cognato di Alessandra che in passato era stato minaccioso nei suoi confronti.

E di essere stato colto dalla furia a causa dei “continui tira e molla e cambi d’atteggiamento” della vittima nei suoi confronti, che lo facevano sentire “intrappolato”. 

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Ora, il suo avvocato Gabriele Bordoni intende fare richiesta di perizia psichiatrica, magari con incidente probatorio prima del processo. 

"Padovani ha spiegato ai pubblici ministeri i tormenti intervenuti, in un quadro particolare – illustra l’avvocato –. Una condizione alterata dovuta da un lato a una sua predisposizione psichica, dall'altro alla relazione fortemente tossica e morbosa con la vittima".

Il processo si terrà nei prossimi mesi davanti alla Corte d’Assise: è attesa a giorni infatti la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura, nei confronti del calciatore dilettante ed ex modello accusato di omicidio aggravato da stalking, premeditazione, futili motivi e dal legame affettivo che lo aveva legato alla vittima. 

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