Omicidio di San Giovanni in Persiceto, paese sotto choc: "Sembravano sereni, nessuno aveva capito"

I vicini di casa e i frequentatori della bocciofila ricordano Renzo Marchesi "Prima che si ammalasse si dava tanto da fare per il paese e per il verde"

San Giovanni in Persiceto (Bologna), 5 febbraio 2023 – Silenzio, sconforto, stupore, ieri mattina nella zona residenziale di San Giovanni in Persiceto, dopo l’omicidio di Renzo Marchesi, 78 anni. L’uomo, affetto dal Parkinson, è stato ucciso dalla moglie di 76 anni, attualmente ricoverata in ospedale per le ferite da taglio che si è inferta dopo aver accoltellato il coniuge. Il dramma, avvenuto nella serata di venerdì, si è consumato nella zona industriale persicetana a pochi passi da quel sereno quartiere in cui i due vivevano da ben 25 anni. Di sereno, però, quel quartiere, ieri, aveva ben poco. La palazzina dove viveva Marchesi, composta da quattro piani e un affaccio su un ampio parco, era avvolta da tristezza e sgomento.

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La maggior parte dei condomini che aveva appreso del terribile omicidio avvenuto la notte prima, all’arrivo dei giornalisti ancora non sapeva che i protagonisti della triste vicenda fossero proprio quei due coniugi che, nonostante le problematiche di salute, vivevano sereni nel condominio da tantissimi anni. Renzo e la moglie avevano due appartamenti nello stesso stabile, come si evince anche dai campanelli: lei viveva all’ultimo piano e lui al secondo. A commentare i fatti, con grande dolore, sono proprio due inquiline dello stesso palazzo, madre e figlia, vicine di casa dei Marchesi: "Non riusciamo davvero a credere che le persone di cui abbiamo letto sul giornale siano Renzo e Carla. Li vedevamo tutti i giorni da anni, ci salutavamo e ci scambiavano spesso quattro chiacchiere. Sapevamo che vivevano una situazione non facile, soprattutto a causa della malattia invalidante di Renzo, ma non avevamo mai percepito questa disperazione e questo disagio". Renzo, che era malato da qualche anno, era stato ricoverato, fino al 18 gennaio scorso, in un ospedale del territorio per l’aggravarsi della sue condizioni.

Al suo rientro a casa, però, la situazione sembrava migliorata come raccontano le due donne: "Un tempo girava in sedia a rotelle, ma in questi giorni lo avevamo visto a spasso nel parco con la moglie appoggiato a un deambulatore. Ci sembrava stesse meglio, ma chi può immaginare quello che passa nella mente delle persone. Certo è che di drammi nella vita ne avevano avuti". Stando a quanto raccontano i condomini, fino all’anno scorso il fratello di Carla abitava con loro, e nello specifico con Renzo, per aiutare lui e la sorella nella gestione, non facile, della vita quotidiana. Una mattina, però, all’improvviso il cognato di Renzo era stato trovato morto, per un malore, in casa: "Quando è morto il fratello, lei non si è più ripresa. Avevano un ottimo rapporto e lui la aiutava molto – proseguono le vicine di casa –. È stato uno choc che, unito al Covid, ha forse aggravato la situazione familiare". Ad aiutare la coppia di coniugi c’era anche il loro unico figlio, poliziotto e residente a poca distanza dalla palazzina dei Marchesi. "Lui e la moglie sono persone timide, che parlano poco, ma li vedevamo spesso venire ad aiutare i genitori. Non sappiamo davvero cosa dire se non che è un’immane tragedia".

Anche per le vie del paese, dove Renzo era conosciuto come appassionato arbitro di calcio e amante della bocciofila, aleggia grande tristezza: "Era una brava persona. Prima che si ammalasse si dava tanto da fare per il paese tanto da occuparsi anche della pulizia delle aree verdi nella sua zona. Lo abbiamo visto poco tempo fa – racconta un gruppo di persicetani –. Era al parco con la moglie. Sorridevano e sembravano sereni".

Zoe Pederzini

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