CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Omicidio Stefani, il medico legale: “Non può esserci stata colluttazione tra Gualandi e l’ex vigilessa”

L'analisi in aula di Valentina Bugelli: “Sull'arma non c'era il Dna della vittima, l'ipotesi dell’omicidio è l'unica possibile”. L'imputato oggi assente per un problema fisico

La corte davanti a cui si sta celebrando il processo per l'omicidio dell'ex vigilessa Sofia Stefani (sulla sinistra). A destra Giampiero Gualandi (foto d'archivio)

La corte davanti a cui si sta celebrando il processo per l'omicidio dell'ex vigilessa Sofia Stefani (sulla sinistra). A destra Giampiero Gualandi (foto d'archivio)

Bologna, 30 maggio 2025 – Ripreso questa mattina il processo di primo grado a carico di Giampiero Gualandi, davanti alla Corte d’assise di Bologna, presieduta dal giudice Pasquale Liccardo, pm Lucia Russo. Altra udienza del procedimento per l’omicidio di Sofia Stefani, 33 anni, ex vigilessa, uccisa il 16 maggio 2024. Per la morte della ragazza è sotto accusa Gualandi, il 63enne ex comandante della Polizia locale di Anzola dell’Emilia, accusato dell’omicidio volontario, aggravato dal legame affettivo con la vittima e dai futili motivi. Con lei aveva infatti una relazione extraconiugale. Sofia Stefani fu uccisa da un colpo al volto sparato dalla pistola di servizio di Gualandi.

Questa mattina è iniziata la testimonianza del medico legale Valentina Bugelli, direttore Istituto Medicina Legale di Parma, che ha illustrato le attività svolte: l'esame Tac Total body del cadavere, l'autopsia, l'esame dei luoghi, le operazioni balistiche e le rilevazioni antropometriche dell'indagato.

Il maresciallo: “L’impronta sui pantaloni non era della vittima"

Ma l'analisi del medico legale è stata posticipata per un problema tecnico con gli schermi. In aula intanto si è discussa un'altra questione: la difesa chiede di non ammettere la prova della macchia della scarpa sui pantaloni di Gualandi o in subordine di nominare un proprio consulente. La Corte si è quindi ritirata per decidere. 

Poco prima di mezzogiorno è iniziata la testimonianza del maresciallo Aprea, che ha analizzato la traccia lasciata da quella scarpa. "Andando a studiare la traccia sul pantalone e i tacchetti, possiamo escludere che sia la scarpa di Sofia Stefani ad aver lasciato quella traccia". La scarpa relativa all'impronta in questione non sarebbe quindi quella della vittima. Gualandi oggi non è presente in aula per un problema fisico. L'imputato è assistito dagli avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli.

Il medico legale: "Non può esserci stata una colluttazione"

A mezzogiorno è poi ripresa la testimonianza della dottoressa Bugelli: "Lo sparo è avvenuto a una distanza compresa tra i 20 e i 50 centimetri, con un'inclinazione di 22 gradi. Il Dna sull'arma non era quello di Sofia Stefani. Sulla vittima c'erano escoriazioni sulla mano destra e sul gomito sinistro e sull'avambraccio sinistro. Tutto è successo in pochi minuti".

Sono state analizzate anche le ferite su Gualandi del 16 maggio, il giorno stesso dell'omicidio: "Non sembrano riconducibili a un evento avvenuto poco prima", ha detto Bugelli. E ha concluso che "l'ipotesi omicidiaria è l'unica possibile" ed è accaduto tra "due soggetti posti frontalmente", la vittima non ha toccato l'arma. E considerando la temperatura ambientale e rigidità cadaverica assente, il decesso è stato collocato nelle poche ore precedenti la rilevazione dei parametri, alle ore 16.19.