Anziano morto a Zola Predosa, l’inchiesta si allarga

Sotto la lente anche i telefonini di Antonino Masetti e della fidanzata dell’infermiere indagato

La carcassa dell’auto con cui si è ucciso Francesco Masetti, accusato dell’omicidio del padre Antonino

La carcassa dell’auto con cui si è ucciso Francesco Masetti, accusato dell’omicidio del padre Antonino

Bologna, 7 dicembre 2018 - Si allarga il materiale che verrà sottoposto a perizia tecnico-informatica nell’ambito del presunto omicidio di Zola Predosa. Il 13, le operazioni che prenderanno in esame i contenuti del pc e del telefonino di Francesco Masetti (morto il 21 novembre in un incidente stradale) e il cellulare di un infermiere suo amico, si estenderanno anche da altri due telefonini. Uno è quello del padre di Masetti, Antonino, morto il 4 novembre nella sua casa di Zola Predosa e per cui è stata aperta un’indagine per omicidio a carico del figlio e dell’amico infermiere che gli ha dato fiale di atropina e adrenalina (per questo è indagato anche per peculato).

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Il telefonino è stato acquisito ieri dal pm Antonello Gustapane che coordina le indgaini di Nas e carabinieri. L’altro telefonino è quella della compagna dell’infermiere, fornito dall’avvocato del professionista Guido Magnisi. «Nel telefonino compaiono conversazioni tra l’infermiere e la fidanzata – spiega – che dimostrano lo sconcerto e lo stupore che li ha pervasi quando, dopo la morte di Antonino Masetti, è emerso tutto». Ossia il castello di bugie creato dal figlio Francesco, quella laurea in Medicina mai conseguita e presupposto alla base della cessione dei farmaci: l’infermiere, come molti altri, credeva che Masetti fosse un medico specializzando e per questo aveva acconsentito da fornirgli farmaci che, gli aveva detto, sarebbero serviti in caso il padre si dovesse sentire di nuovo male, dopo il ricovero di settembre.

Francesco Masetti con il padre Antonino
Francesco Masetti con il padre Antonino

Ieri è stato conferito l’incarico al perito della procura e parallelamente l’infermiere, tramite l’avvocato Magnisi, ha nominato un suo consulente. Lo stesso hanno fatto anche i due nipoti di Antonino Masetti, tramite l’avvocato Marco Sforzi; sono loro, infatti, i due parenti che con il loro esposto avevano fatto partire l’inchiesta della procura, bloccando il funerale e la cremazione del 70enne che il figlio aveva già organizzato. L’avvocato di Francesco, invece, Alessandro Veronesi, ha scelto di non nominare periti.

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Ci sarà poi ancora da attendere per i risultati dei tossicologici sul corpo dell’anziano. Fino adesso è stata riscontrata ‘solo’ la presenza di benzodiazepine nei succhi gastrici, mentre del foro sul collo è stata dimostrata la compatibilità con le manovre rianimatorie eseguiti sull’anziano dal personale del 118 intervenuto a Zola per rianimarlo dopo la chiamata del figlio. E occorre ancora attendere la chiusura delle indagini a Parma sul frontare in cui ha trovato la morte Francesco Masetti. Il camionista è stato trasferito in Rianimazione nella sua città, a Bergamo, ma ora sulla vicenda pende anche un aspetto civilistico: dovesse essere acclarata l’intenzione suicidiaria di Masetti come sembra, l’assicurazione potrebbe non rifondere alcunché al camionista.

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