Bologna, operaia costretta a nascondere l'infortunio sul lavoro. Denunce

La vicenda risalirebbe a un paio di anni fa. I carabinieri di Crevalcore hanno denunciato 4 responsabili d'azienda a vari livelli

Donna in lacrime (foto di repertorio)

Donna in lacrime (foto di repertorio)

Bologna, 5 novembre 2020 - Una brutta vicenda investe un'azienda del Bolognese. Quattro i responsabili denunciati con l'ipotesi accusatoria di aver costretto un'operaia che si era ferita lavorando con un trapano industriale, a mettersi in malattia e a riferire di essersi fatta male in casa, "ad esempio mentre scolava la pasta" come hanno ricostruito i Carabinieri.  Il tutto allo scopo di tutelare il nome dell'azienda e non perdere il premio di produzione.

L'episodio risalirebbe a un paio di anni fa e i militari della Stazione di Crevalcore, dopo accertamenti coordinati dalla Procura di Bologna, hanno denunciato quattro responsabili di diversi settori della ditta, tutti italiani tra i 40 e i 50 anni, per estorsione, lesioni personali colpose, omessa valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro e omessa formazione dei lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro.

A rivolgersi ai Carabinieri era stata la stessa dipendente, 40enne italiana, che raccontò di essersi fatta male lavorando con un apparecchio risultato, come accertato dai militari, non a norma.

Informati del fatto, tre dei quattro indagati sarebbero andati sul posto e, come ricostruito, avrebbero costretto la dipendente a mettersi in malattia e a fornire una versione diversa dell'accaduto. Tutto pur di non compromettere, secondo la ricostruzione dei militari, lo stabilimento che stava per essere visitato da un gruppo di ispettor, per valutare l'affidabilità e la produttività per poi elargire un premio produzione ai responsabili.

Alla lavoratrice i superiori dissero che l'avrebbero tutelata, ma quando si è accorta che rischiava il licenziamento per aver superato i giorni di malattia, quasi un anno, e di non avere recuperato la mobilità della mano, si è rivolta ai militari. Le pattuglie hanno eseguito un'ispezione nello stabilimento, trovando elementi che avrebbero confermato il racconto dell'operaia, inoltre hanno verificato la presenza di macchinari da lavoro irregolari, come quello usato dalla quarantenne.

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