
Bologna, 16 settembre 2023 – Il 7 giugno scorso moriva a 77 anni Giovanni Passarini, dopo avere subito, il 30 marzo, un intervento chirurgico all’ospedale Sant’Orsola in laparoscopia per il suo tumore al colon. Seguirono un’altra operazione e diverse complicazioni, fino appunto al decesso.
Era invece il 3 aprile il giorno in cui veniva operato il suo compagno di stanza, un quarantaseienne. Un intervento all’intestino apparentemente dall’"ottimo esito" e cui invece seguirono tumultuose vicissitudini. Dopo alcune complicazioni dovute all’anestesia, per cui il paziente dovette essere rianimato per oltre 20 minuti, quattro giorni dopo dovette subire un nuovo intervento a causa di una perforazione intestinale, complicata da alcune infezioni in atto. Aprendo così un decorso ospedaliero complicato, culminato in una ischemia cerebrale con conseguente paralisi della parte sinistra del corpo, che lo ha lasciato invalido. Ricoverato a lungo in terapia intensiva, l’uomo è stato dimesso a fine agosto. E ha sporto denuncia.
Due casi ’contigui’ che sono costati due distinti esposti presentati in Procura, uno da parte dei familiari di Passarini – per cui è già indagato il chirurgo che eseguì l’operazione, assistito dall’avvocato Ciriaco Rossi e accusato di omicidio colposo in ambito medico – e uno dal quarantaseienne. Tutte le parti offese sono rappresentate dall’avvocato Chiara Rinaldi.
In entrambi i casi, l’obiettivo degli inquirenti è quello di fare luce su eventuali mancanze da parte dei sanitari che avevano in carico i due pazienti; in particolare, per quanto riguarda il quarantaseienne, nella denuncia si lamentano errori nell’esecuzione dell’anastomosi, cioè la sutura di parti dell’intestino durante l’intervento, e il fatto che fosse stata servita la cena al paziente la sera prima dell’intervento e che perciò l’intestino non fosse poi adeguatamente "pulito". Inoltre, a suo parere sarebbe stata troppo a lungo ignorata la febbre alta emersa dopo l’operazione, dato che i suoi motivi scatenanti sarebbero stati individuati quattro giorni dopo la sua insorgenza.
Sulla salma di Passarini è già stata eseguita l’autopsia dal medico legale Matteo Tudini e dal chirurgo Gabriele Anania, i cui risultati sono stati depositati il mese scorso; il pm titolare del fascicolo è Bruno Fedeli. Della seconda vicenda si sta invece occupando il sostituto procuratore Nicola Scalabrini e al momento non ci sarebbero persone indagate. Il quarantaseienne chiede il sequestro immediato delle cartelle cliniche conservate nell’ospedale in cui era ricoverato e dei vetrini di materiale biologico prelevati durante l’intervento, oltre che di sentire alcuni testimoni. Ha nominato come consulente di parte il dottor Alessandro D’Errico, medico legale. Infine, gli inquirenti stanno ora cercando di capire se altri episodi simili siano avvenuti in quel periodo, nello stesso reparto dei due ex compagni di stanza.