
Smemorell, il memo
Un po’ gioco, un po’ storia e tradizione popolare: arriva nelle librerie Smemorell, il nuovo libro-gioco curato da Danilo Masotti e illustrato da Mauro ’Squiz’ Daviddi ( ed Pendragon). Un vero e proprio Memory, con 42 tessere raffiguranti gli oggetti e le situazioni tipiche degli Umarells, affiancato da un libricino con la spiegazione di ognuna di esse. E per festeggiare questa nuova uscita, stasera alle 21, alle Cucine Popolari in via del Battiferro 2, un grande torneo per giocarci in anteprima, con premi a sorpresa per i vincitori; la quota di partecipazione verrà devoluta alle Cucine Popolari stesse.
Masotti, che cosa si vedrà raffigurato in ’Smemorell’?
"É un gioco basato sulla semplicità, e sulle tessere verranno raffigurati i simboli degli Umarell: le carte, le bocce, i cantieri, le mani dietro la schiena e molto altro ancora… non voglio svelare troppo".
Come le è venuta l’idea di trasportare il mondo degli umarells in un gioco?
"É venuta a me, assieme alla casa editrice, dopo che avevo già scritto diversi libri sugli Umarells, termine che ho coniato io stesso ormai anni fa, assieme ad un altro gioco di società, La giornata dell’Umarell, che aveva avuto successo".
E la scelta del Memory?
"Durante l’invecchiamento a volte si perde la memoria, e questo gioco può essere un buon modo per tenerla allenata, che fa sempre bene".
Sui social media lei pubblica video con sua mamma Concetta, un mito per tutti ormai: le ha già fatto vedere il gioco? Cosa ne pensa?
"Ancora no, ma sicuramente faremo delle sfide insieme: faccio i video con lei proprio per sensibilizzare sulla demenza senile, una malattia che spesso permette di mantenere intatti ricordi del passato, ma che colpisce la memoria a breve termine, quindi sarà stimolante: vedrete tante partite con la Concetta, e sono sicuro che mi batterà!".
’Smemorell’ può essere un modo per fare avvicinare i bambini alla tradizione bolognese?
"Assolutamente! É un vero e proprio gioco, come il memory, ma da cui si può imparare tanto della nostra tradizione: magari un bambino si chiede “da dove vengo?“ e le immagini raffigurate nelle tessere lo aiutano a capire di più sulle proprie origini, che sarebbe un peccato si perdessero".