"Ora lavoriamo per sopravvivere"

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"Lavorare in questa maniera? Possiamo dire serve soltanto sopravvivere. Mi auguro vivamente che il coprifuoco venga allentato, altrimenti la vedo molto dura". La trattoria Mulino Bruciato di via della Selva Pescarola da sempre è un rifugio notturno per chi si trova costretto a lavorare fino a tardi. Sportivi, attori, politici: un micro-cosmo che il Covid ha allontanato dai ristoranti, mettendo in difficoltà soprattutto le attività storiche, anche quelle con le spalle più larghe. Luciano Andalò racconta i salti mortali e i sacrifici messi in campo per riorganizzare i turni di lavoro, i coperti, le mansioni. Con una speranza: "Ora è arrivato il momento di intervenire di intervenire e aiutare chi prova a lavorare".

Andalò, voi avete cambiato del tutto i vostri orari di apertura.

"Ora siamo aperti giovedì e venerdì sera e durante il fine settimana a pranzo e cena. Da ottobre, con l’arrivo delle restrizioni, niente è stato più lo stesso: siamo stati costretti a farlo, a rivoluzionarci ripensando gli spazi e i tempi di lavoro. La speranza è che il coprifuoco possa sparire, perché così lavorare è quasi impossibile".

Adattarsi è stato fondamentale, dunque, ma dopo tanti mesi è il quadro è ancora critico?

"Abbiamo continuato anche con l’asporto, che ci consente qualche entrata in più, ma da solo non poteva bastare. Chiaramente, se dovesse finire il vincolo di rientro a casa alle 22, torneremmo a fare i nostri soliti orari".

Tra i dipendenti c’è voglia di riprendere a pieno regime?

"Assolutamente sì, nonostante tutte le difficoltà. C’è fiducia in una ripartenza vera, anche in virtù di un miglioramento della curva pandemica, che invita alla speranza. Non bisogna mollare, questo è sicuro".

fra. mor.

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