"Ordinanza anti-alcol razzista". La rivolta dei commercianti

Dai pakistani ai maghrebini, attacco al Comune: "Ora un incontro"

"Ordinanza anti-alcol razzista". La rivolta dei commercianti (Schicchi)

"Ordinanza anti-alcol razzista". La rivolta dei commercianti (Schicchi)

Bologna, 18 luglio 2016 - L’ordinanza anti-alcol che prevede, nel centro storico e in alcune zone della Bolognina, la chiusura dei negozi alimentari in possesso di bevande alcoliche entro le 22, è oggetto di una polemica mossa dall’Associazione dei commercianti e dal Coordinamento migranti, che parlano di «razzismo» da parte dell’amministrazione comunale.

Le due sigle sostengono che il provveddimento possa ostacolare in particolare i commercianti extracomunitari, i quali, dovendo raggiungere un reddito minimo per il rinnovo del permesso di soggiorno, si ritrovano a rischio espulsione.

I commercianti asiatici e maghrebini contestano inoltre la diversa rigidità nel far rispettare il decreto ai colleghi italiani con i quali la polizia risulta, alle volte, più clemente, «chiudendo gentilmente un occhio davanti ad avventori di bar del centro che lasciavano il locale con la birra in bottiglia in mano», come polemizzato dalle associazioni in questione.

L’Associazione dei commercianti e il Cordinamento hanno richiesto perciò un incontro ai fini di rivedere i termini dell’ordinanza «razzista», come aveva promessso il riconfermato sindaco Merola durante la campagna elettorale. Queste, se non verrano ascoltate, minacciano di «far sentire la loro voce nelle forme che riterranno opportune».

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