Bologna, 28 giugno 2015 - Serrande abbassate all’una in via Petroni, per l’ordinanza voluta dal Comune che obbliga i laboratori artigianali e i pub della strada a chiudere rispettivamente alle 23 e all’una. Tutto intorno, però, la movida continua. Per i locali che affacciano su piazza Verdi, Largo Respighi o via Irnerio, ad esempio, le nuove regole non valgono più, o meglio non valgono se si è sottoscritto con il Comune il patto di promozione ‘Zona universitaria bene comune’, che concede deroghe agli orari di chiusura, che nel fine settimana possono slittare fino alle 3.
Nel giro di una settimana, quindi, l’ordinanza anti-alcol, per i 40 locali firmatari, non ha più efficacia, con buona pace dei gestori di via Petroni i quali, invece, all’una devono chiudere. Ed effettivamente, nella notte tra venerdì e sabato, nella strada che collega piazza Verdi a piazza Aldrovandi, scattata l’ora X le serrande iniziano ad abbassarsi, tranne quella di un’unica pizzeria d’asporto che ha sforato l’orario di chiusura di oltre 3 ore. I più sorpresi sono i ragazzi che, arrivando in via Petroni alla caccia di un cicchetto a poco prezzo, trovano tutto chiuso e non capiscono il perché.
Lo sconforto, però, dura poco, visto che lì a due passi di bar aperti sono piene le strade. Come in via Irnerio, dove un negozio di Kebab, specializzato in cicchetti, alle 2 è ancora aperto. L’unico in tutta la strada. Come lui, anche altri locali che somministrano superalcolici, come quelli di via delle Moline o Largo Respighi restano aperti fino alle 3, ma sono veri e propri bar, quindi evidentemente hanno avuto accesso alle deroghe sugli orari di chiusura.
Fuori il locale qualcuno ha anche affisso cartelli che indicano il prezzo minimo per un cicchetto: 2 euro, quindi rispettando le nuove regole, secondo le quali gli ‘shot’ non possono essere più venduti a un euro se si vuole tenere aperto fino alle 3. Spostandosi in piazza Verdi, poi, la situazione legata alla vendita abusiva di birre non sembra essere migliorata. Basta mettere piede in piazza per essere avvicinati da 2-3 persone pronte a rifornire di birra i ragazzi assetati, che con la chiusura dei locali di via Petroni si sentono persi.
Uno dei venditori abusivi, un po’ meno cauto, arriva in piazza con un borsone da palestra, che a ogni passo fa il rumore inconfondibile del vetro che sbatte contro altro vetro, ma tra una bottiglia che rotola per strada e una che si rompe, nessuno ci fa caso. Alla fine della serata resta solo l’immagine di una piazza piena di bottiglie vuote, vendute da quelli che dell’ordinanza anti-alcol non conoscono neanche l’esistenza.