Orta: "Pronto soccorso, i privati ci sono"

Il presidente Aiop: "Abbiamo strutture per svolgere funzioni di emergenza, ma la programmazione spetta a Regione e Ausl"

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di Donatella Barbetta

Gli ambulatori per i codici a bassa intensità sono tra le misure organizzative destinate a ridare ossigeno ai Pronto soccorso e infatti sono citate nella bozza del verbale d’intesa, in attesa di firme, tra la Regione e i sindacati. Si tratterebbe di aree dove accogliere i pazienti non urgenti, quelli a cui viene attribuito il colore bianco, in modo da ridurre le attese per i casi più complessi. In attesa del debutto nel servizio pubblico, potrebbe nascere questo tipo di ambulatori anche nelle cliniche del privato accreditato? "Noi siamo pronti a svolgere qualunque funzione ci venga richiesta – risponde Averardo Orta, presidente provinciale dell’Aiop, l’Associazione dell’ospedalità privata – e in altre regioni, per esempio nel Lazio e in Lombardia, sono attivi nel privato anche i Pronto soccorso e con ottimi risultati. Anche noi, qui a Bologna, abbiamo strutture polispecialistiche in grado di organizzare un Pronto soccorso completo, ma ci rimettiamo alla programmazione della Regione e dell’Ausl. Quindi non ci sarebbero certo problemi per aprire punti di primo soccorso o ambulatori per i codici a bassa intensità, come vengono chiamati. Del resto, a Castiglione dei Pepoli la Casa di cura prof. Nobili da anni ha un punto di primo intervento integrato nella rete del 118". E martedì in commissione regionale Politiche per la salute è prevista un’audizione sulla rete di emergenza a cui sono invitati i sindacati dei medici.

L’Azienda Usl è in prima linea per tamponare la carenza di camici bianchi in questo settore. "Tra i Pronto soccorso distribuiti in provincia e il 118 ci mancano 17 medici – fa i conti Lorenzo Roti, direttore sanitario –, mentre il Maggiore al momento è a posto. Cercheremo di utilizzare gli strumenti che la Regione mette in campo per aumentare le presenze, come l’integrazione con i medici di emergenza territoriale, al momento su base volontaria. Si potrebbero creare anche ambulatori per la gestione di accessi non programmati per codici minori, magari collegati al Pronto soccorso, ma senza il passaggio dal triage". In questi nuovi ambulatori, "sono titolati a partecipare medici di medicina generale", si legge nella bozza della Regione. "Se si tratta di assistere codici bianchi, allora possiamo farlo nei nostri ambulatori, purché supportati con personale di segreteria e infermieristico", frena Salvatore Bauleo, segretario Fimmg della provincia. Per Roberto Pieralli, presidente Snami Emilia-Romagna, bisogna "porre fine ai modelli con due ruoli contemporanei, fare si che il 118 e il Pronto soccorso siano come due binari paralleli di una rotaia dell’emergenza".

Intanto i contagi Covid scendono a 870, in terapia intensiva sono assistiti 7 malati, mentre si registrano altre tre vittime over 84, due donne e un uomo.

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