Covid Bologna: riapre il reparto all'ospedale Sant'Orsola

Basili, direttore sanitario del Policlinico: "Dei 21 ricoverati, dodici non sono vaccinati, sono i più giovani, tra loro anche un 28enne intubato"

Consuelo Basili, 46 anni, da gennaio è il direttore sanitario del policlinico Sant’Orsola

Consuelo Basili, 46 anni, da gennaio è il direttore sanitario del policlinico Sant’Orsola

Bologna, 27 luglio 2021 - La progressiva crescita di contagi Covid ha già conseguenze sull’organizzazione del Sant’Orsola, dove sta per essere riaperto un reparto destinato ad assistere chi si è infettato con il virus.

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Aumentano le persone che si presentano al Pronto soccorso con i sintomi del Coronavirus? "Assistiamo a un aumento graduale di accessi da inizio luglio e siamo passati da 10 a 50 ingressi settimanali. L’andamento del Pronto soccorso riflette in maniera proporzionale la crescita dei nuovi casi. Del resto, da noi arrivano persone da tutta l’area metropolitana, così come è stato previsto", risponde Consuelo Basili, 46 anni, direttore sanitario del Policlinico.

Quindi ci sono più ricoveri? "Sì. Oggi nella Covid unit care del padiglione 25 abbiamo aggiunto quattro letti, altri sei saranno attivati nel fine setttimana per arrivare lunedì prossimo ad aprire al primo piano un’altra degenza ordinaria con 24 posti e salire a 43 letti. Aperture scaglionate dovute a riorganizzazioni interne, mantenendo le ferie programmate".

Una misura inattesa? "Con il calo dei contagi, per far fronte al periodo estivo ci eravamo prefigurati una dotazione di letti con 19 posti in degenza ordinaria e 14 in terapia intensiva. Ora stiamo predisponendo in modo diverso. Se i casi aumenteranno ancora, dopo Ferragosto siamo pronti ad aprire un altro reparto, questa volta al secondo piano, con 21 letti".

Quanti sono attualmente i ricoverati? "In tutto 21, di cui 18 in degenza ordinaria e tre in terapia intensiva".

Sono vaccinati? "Dodici di loro non sono vaccinati. Sono i più giovani, con un’età compresa tra i 20 e i 50 anni".

I malati immunizzati come mai sono in ospedale? "Si tratta di persone più anziane arrivate per altre patologie e che hanno contratto anche il Covid: presentano, comunque, una sintomatologia più lieve e un decorso più veloce".

Chi è in terapia intensiva? "Il più grave è un ventottenne intubato e non vaccinato. Sono poi sottoposti ad alti flussi di ossigeno una donna vaccinata, ma immunodepressa, e un uomo con la prima dose di profilassi, ha altre patologie e un alto fattore di rischio".

Questa ripresa incide sul personale? "Siamo tutti molto dispiaciuti e avuto sentore del rialzo dei contagi, abbiamo subito convocato una riunione".

Lei se lo aspettava? "Sono ottimista di natura, ma non ho sensazioni positive e non mi aspettavo una ripartenza così anticipata".

Vuole fare un appello? "Speriamo che il Green pass spinga la gente a vaccinarsi. E così si evita la pressione sugli ospedali".

Tra il personale quante sospensioni di non vaccinati? "Finora una, di un medico, ma stiamo facendo altri accertamenti su altre posizioni, comunque poche unità".

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