DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Bologna, odissea tra gli ospedali per un bimbo ferito

Rimpalli tra strutture per quattro punti di sutura

Il pronto soccorso del Maggiore (Foto Ansa)

Il pronto soccorso del Maggiore (Foto Ansa)

Bologna, 13 giugno 2018 - "Quattro ore per suturare una ferita a un bambino mi sembrano troppe". Chi parla è il papà di un bimbo che compirà 5 anni ad agosto, e l’odissea vissuta sabato scorso non gli va giù.

"Eravamo invitati a un matrimonio in una villa a pochi chilometri da Bologna quando si è rotto un bicchiere e mio figlio si è fatto una ferita profonda alla mano. Allora siamo corsi all’ospedale più vicino, il Bellaria, ma abbiamo scoperto che, non avendo il pronto soccorso, il bambino non poteva essere medicato". La famiglia del piccolo, residente in Friuli, non poteva sapere come funziona l’emergenza in città e per questo ha poi iniziato un pellegrinaggio tra gli ospedali sotto le Due Torri.

"Dietro indicazioni del personale del Bellaria, ci siamo diretti al Pronto soccorso più vicino, quello del Sant’Orsola, dove siamo arrivati verso le 20,30. Dopo le pratiche all’accettazione mio figlio è stato visitato. Ma il medico ha detto che non c’era un pediatra e così ci hanno indirizzato al Pronto soccorso pediatrico. Ci siamo spostati e lì abbiamo atteso almeno una mezz’ora, poi il bambino è stato medicato, ma il medico ha detto ‘non sono un ortopedico, ci potrebbero essere delle lesioni ai tendini, dovete andare al Maggiore".

E stavolta viene deciso che il bimbo venga trasportato in ambulanza. "Ma non si trovava un’ambulanza con un seggiolino per il bambino e così abbiamo aspettato oltre 30 minuti – prosegue il padre –. Alle 23,16 siamo stati finalmente registrati al Maggiore, tra l’altro sul referto c’è scritto che siamo arrivati con ‘mezzi propri’, e abbiamo fatto un’altra accettazione".

"Mio figlio era stanco, si lamentava, a volte piangeva, la sala d’attesa era piena di gente, e a un certo punto ho iniziato a protestare - racconta ancora il genitore - dicendo che avrei fatto prima ad andare in macchina all’ospedale di Pordenone invece che fare tanti giri a Bologna. Insomma, il bambino alla fine è stato visitato e finalmente la ferita è stata cucita con 4 punti: non c’erano altre lesioni e così a mezzanotte e mezza siamo usciti dall’ospedale. Ho trovato personale gentile, ma anche disorganizzazione".

Nella replica congiunta, il Sant’Orsola e l’Ausl scrivono che, "in quanto accaduto non si ravvisa nessun disservizio e nessun ritardo, ma solo un errore iniziale del genitore, comprensibile provenendo da fuori provincia: se si fosse rivolto al 118 il bambino sarebbe stato portato direttamente all’ospedale Maggiore, l’unico Pronto soccorso che vede la presenza, la sera, non solo dei pediatri, ma anche degli ortopedici. Spostandosi invece autonomamente è entrato in un ospedale senza il Pronto soccorso – il Bellaria – e successivamente in un policlinico – il Sant’Orsola – nei cui Pronto soccorso non è prevista la presenza degli ortopedici la sera".

La replica prosegue così: "Non vi è in questo nessuna disorganizzazione, ma viceversa una giusta suddivisione dei compiti all’interno di un sistema complesso come quello bolognese. Una volta preso in carico dal Pronto soccorso del Sant’Orsola i medici hanno giustamente visitato comunque il bambino, per accertarne le condizioni generali – visto il taglio e la perdita di sangue – e garantirne il trasferimento in sicurezza al Maggiore per i necessari approfondimenti ortopedici".

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