Padovani rimane in carcere La difesa rinuncia al Riesame

Il killer di Sandra Matteuzzi avrebbe avuto oggi l’udienza per l’attenuazione della misura cautelare

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Giovanni Padovani rimarrà in carcere: a quanto si apprende, la sua difesa ha rinunciato a presentare la richiesta di attenuazione di misura cautelare al tribunale del Riesame. L’udienza era prevista per oggi.

Il ventiseienne, ora in carcere alla Dozza, è accusato di avere assassinato a martellate, pugni e colpi di panchina di ferro la ex compagna, la cinquantaseienne Alessandra Matteuzzi, sotto casa di lei in via dell’Arcoveggio 42, lo scorso 23 agosto. Padovani deve rispondere di omicidio aggravato dallo stalking, reato per cui Alessandra lo aveva denunciato il 29 luglio scorso, poco dopo la rottura definitiva della loro relazione durata circa un anno tra alti e bassi. Al momento dell’arresto, subito dopo il femminicidio, il giovane ha confessato tutto agli agenti di polizia intervenuti ad arrestarlo. Per ora non gli è stata contestata l’aggravante della premeditazione dell’assassinio.

All’udienza di convalida dell’arresto, un paio di giorni dopo il brutale omicidio, il ragazzo si era avvalso della facoltà di non rispondere; già in quel frangente la difesa aveva chiesto per lui la sostituzione del carcere con la misura cautelare degli arresti domiciliari – nella casa di sua madre a Senigallia, in provincia di Ancona – con l’ausilio del braccialetto elettronico. Una richiesta respinta dal giudice Andrea Salvatore Romito, che convalidò l’arresto e dispose appunto per lui il carcere.

Ora, la Procura – titolari del fascicolo solo i pm Domenico Ambrosino, Francesca Rago e l’aggiunto Lucia Russo – sta proseguendo le indagini sul calciatore: si attendono prossimamente i risultati della consulenza tecnica informatica disposta sui dispositivi elettronici dell’indagato e della vittima, analisi affidata dalla Procura al tecnico Angelo Musella, mentre la difesa ha nominato il consulente di parte Michele Ferrazzano e i legali dei parenti della Matteuzzi, Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, hanno incaricato Stefano Fratepietro. Padovani ha collaborato con gli inquirenti fornendo password e pin di tutti i suoi strumenti informatici sottoposti all’analisi.

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