
Il priore di San Giacomo Maggiore in via Zamboni "Il pontefice è stato generale degli agostiniani. A Bologna tre volte, sempre nel nostro convento".
Robert Francis Prevost, prima di salire al soglio pontificio come Leone XIV, era padre Robert, frate agostiniano e per due mandati generale dell’ordine. "Era il mio superiore", racconta padre Domenico Vittorini, priore della basilica di San Giacomo Maggiore di via Zamboni, dove il nuovo Papa, il primo statunitense della storia, ha dormito nei suoi soggiorni a Bologna.
Padre Domenico, conosce bene il nuovo pontefice? "Sì, è stato il mio superiore. L’ultima volta che l’ho visto è stato a gennaio scorso. Ero a Roma per l’anno Santo e abbiamo mangiato a tavola insieme. È un frate, condivide lo spirito di comunità. Lo conosco da quando è stato nominato generale del nostro ordine. Una persona preparata, dal grande cuore. E anche un uomo simpatico".
È rimasto sorpreso dall’elezione di Prevost? "Sorpreso e molto felice. Il suo non era il nome più ‘quotato’. Anche dopo la fumata bianca, davano ancora Parolin come favorito, con oltre il 70%, lui era al 2%. Io credo che sia stato scelto anche per la sua visione globale della Chiesa, maturata negli anni ai vertici del nostro ordine, quando ha girato davvero tutto il mondo per 12 anni, per visitare i confratelli, dall’Europa, all’Africa, dall’Asia all’America, fino in Oceania".
A Bologna è venuto spesso? "Negli anni del suo mandato almeno due volte ed è stato ospite del nostro convento. Tra i suoi compiti c’era anche quello di visitare i confratelli, conoscere le strutture, tutto insomma. L’ultima volta, invitato dal cardinale Matteo Zuppi, è venuto in città per la Madonna di San Luca. Anche in quella circostanza è stato a cena da noi, qui in via Zamboni".
Ha un ricordo particolare da condividere? "Uno ce l’ho. Per finire il mio dottorato, dovevo solo scrivere la tesi. Tra i tanti impegni quotidiani, avevo però lasciato perdere. Lui mi disse che dovevo completare il mio percorso. Quando gli spiegai che non riuscivo per via delle tante cose da fare, mi disse: ‘Se non finisci la tesi te lo scrivo per obbedienza’. Allora ho concluso il mio lavoro sulla ‘persona giuridica pubblica nella chiesa’. E poi ho insegnato a Roma per 14 anni".
E un pensiero? "Subito dopo l’elezione ho visto tanta felicità tra la gente, tanto affetto nei confronti del nuovo pontefice. Io spero che tutto resti così e che lui venga ascoltato, perché ha molto da dare".
C’era anche il nostro arcivescovo tra i papabili. Deluso che non sia stato eletto Zuppi? "Io sono felice che l’arcivescovo Zuppi torni presto a Bologna tra noi".