Palazzo Pepoli Campogrande Bologna: via al restyling da 1,7 milioni

Fondi in due tranche grazie all’accordo tra Palazzo d’Accursio, Pinacoteca e ministero. Lavori nel 2023 Di Gioia (Cultura): "Intesa per nove anni, l’ala di proprietà comunale sarà destinata a esposizioni"

Palazzo Pepoli Campogrande e l'assessora Elena Di Gioia

Palazzo Pepoli Campogrande e l'assessora Elena Di Gioia

Bologna, 13 dicembre 2022 - Via al restyling di Palazzo Pepoli Campogrande con circa 1,7 milioni di euro, grazie a un accordo tra il ministero della Cultura, la Pinacoteca e Palazzo d’Accursio. Obiettivo: trasformare l’ala di proprietà comunale in un polo culturale e innovativo per valorizzare il palazzo e le collezioni, incentivando l’aspetto museale. Insomma, se le porte del Palazzo prima erano aperte, oggi saranno spalancate. Una porzione di questa dimora dell’aristocrazia bolognese edificata per volontà di Odoardo Pepoli nel tardo Seicento e poi acquistata dalla famiglia Campogrande nel primo Novecento, è di proprietà comunale dal 1982.

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Nel corso degli anni Novanta questa parte del Palazzo è stata occupata dalla Pinacoteca e dalla Direzione regionale dei musei dell’Emilia-Romagna. "Ora, grazie a questo nuovo accordo, l’utilizzo degli spazi da parte della Pinacoteca verrà prorogato per altri nove anni", spiega Elena Di Gioia, delegata alla Cultura del Comune.

La giunta ha dato l’ok all’intesa. Che cosa comporterà?

"La Pinacoteca, con cui c’è una positiva collaborazione e sinergia, continuerà a esporre l’importante patrimonio; al secondo piano resterà l’archivio del servizio fotografico territoriale, assegnato alla Direzione regionale musei Emilia-Romagna".

In che cosa consiste questo restyling?

"Si tratta di rendere ancora più belli e funzionali questi spazi da destinare a fini museali, come previsto dal testamento della signora Campogrande che lasciò un’ala del Palazzo al Comune. Il primo passo sarà la riqualificazione energetica, poi si procederà con interventi strutturali per rendere maggiormente accessibili gli spazi e con i Peba, i Piani di eliminazione delle barriere architettoniche. Infine, si agirà sulle fessurazioni, cioè le lesioni strutturali dell’edificio, e si procederà sul piano anti incendio".

I fondi per la riqualificazione ammontano a 1,7 milioni...

"Si tratta di fondi del ministero e del Pnrr che arriveranno in due tranche. Poi la Pinacoteca – quando disporrà di risorse ulteriori – si impegnerà anche al restauro della Sala delle colonne".

Che cosa cambierà da un punto di vista museale?

"Lavoreremo in grande sinergia con la Pinacoteca, condividendo un piano di attività culturali congiunte anche in vista del nuovo sistema museale cittadino, che è la volontà politica di questo mandato: a partire da Genus Bononiae, con i nostri musei civici e poi con i musei universitari e la Curia. Con questi attori è già stato avviato un percorso con il Rinascimento bolognese, prototipo di progetto museale diffuso che abbiamo creato per l’occasione, anche in collaborazione con Bologna Welcome. L’obiettivo è rafforzarlo nel sistema museale cittadino e sviluppandolo poi anche in chiave metropolitana".

Il canone d’affitto che la Pinacoteca paga al Comune rimarrà invariato?

"Alla luce di questo importante investimento, i 170mila euro di canone annuo non verranno corrisposti al Comune per la durata dell’accordo. I lavori inizieranno entro il 2023 e saranno in linea con i tempi del Pnrr".

 

 

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