Palestre al collasso, ora si valutano i dehors

Con un fatturato in calo del 90%, i centri fitness chiedono aiuto. Beccalli di Extrafit: "I clienti ci diano fiducia".

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Sono bastati poco meno di cinque mesi per far registrare alle palestre della città un calo del 90%. Ma c’è di più: nelle grinfie del Covid-19 non sono finiti solo i piccoli centri autogestiti e con pochi clienti, ma anche quelle realtà ben consolidate come la Extrafit in via del Po, o addirittura i colossi del fitness come Prime e Palestre italiane del gruppo Egosistema, che conta 16 centri in tutta Italia di cui cinque soltanto a Bologna. Per queste ultime, infatti, il fatturato dell’anno ha subito una contrazione del 50%, con una previsione di 5,4 milioni in meno di ricavi rispetto ai circa 16 milioni del 2019. Insomma, un terzo del fatturato.

Ad annunciarlo sono gli stessi gestori dei centri, Sergio Beccalli, titolare di Extrafit, e Francesco Iezzoni, ceo di Egosistema, alla commissione consiliare ’Sanità, politiche sociali, sport, politiche abitative’ del Comune dedicata alla situazione del settore del fitness a seguito della pandemia e chiesta dal consigliere Dem Piergiorgio Licciardello.

"C’è una paura diffusa tra i clienti, che sta minando il loro benessere – afferma Beccalli –. La palestra dovrebbe essere considerata un bene primario, ma è come se le persone avessero lasciato tutto in stand by, aspettando che la situazione si stabilizzi. Bisogna fare tornare quanto prima un minimo di fiducia nei clienti". E le conseguenze si sentono: "Le presenze nelle nostre palestre sono il 50% in meno e purtroppo non ci sono grandi differenze tra Bologna, Milano e Roma", spiega invece Iezzoni.

Un calo degli introiti da accompagnare anche a una maggiorazione dei costi per rendere gli spazi sicuri e a norma nel rispetto delle misure di prevenzione contro il Coronavirus. A chiudere la seduta comunale, che comunque proseguirà in autunno con un nuovo confronto sul tema, è stata la proposta di Beccalli di Extrafit all’amministrazione, con la quale si richiede di individuare spazi all’aperto da dedicare al fitness, anche in condivisione tra diversi centri, "in modo da creare momenti divertenti e coinvolgenti nel rispetto delle norme di sicurezza".

Un progetto tanto originale quanto indispensabile per garantire alle strutture sportive una lunga vita. Soprattutto in un momento di criticità come questo, in cui "c’è chi non ha rinunciato al fitness e si è attrezzato in casa, perché il Covid ha cambiato la percezione delle attività anche sportive" ha ricordato Roberto Cristofori, presidente della Consulta comunale per lo Sport. Prosegue poi lo stesso Beccalli, sottolineando quanto sia fondamentale ampliare gli spazi delle palestre anche all’esterno, non potendo "sviluppare un business legato al web" a causa della presenza di tanti corsi gratuiti già disponibili online. Insomma, si punta a seguire le orme di bar e ristoranti, per aiutare le persone a superare la paura di tornare in palestra.

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