Paola Villani, un Ubu fra Bologna e Belgio

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Per tre edizioni è arrivata in finale ai premi Ubu, gli Oscar del teatro italiano. La quarta candidatura, quest’anno, è stata quella decisiva per la bolognese Paola Villani, 40 anni, assente alla cerimonia perché positiva al Covid. "All’inizio mi è dispiaciuto, però forse ci si ricorda più di chi non c’era", scherza Villani, che si è aggiudicata il premio per la miglior scenografia con lo spettacolo Carne blu di Federica Rosellini. "E’ stato un anno bizzarro e simpatico – confessa Villani –. In cui, a ottobre, è nato mio figlio. E questo ha fatto sì che nella costruzione del lavoro ci fosse anche il parto". A dirla tutta questo è il secondo Ubu per la scenografa, il primo l’ha vinto nel 2009 nella categoria ‘compagnia emergente’.

Paola Villani, dopo tre nomination, finalmente il premio...

"È buffo, ma l’emozione più potente è stata ricevere la notizia della candidatura, averne quattro di fila è una bella conferma. Vincere è stato pazzesco, quel passo mai arrivato. Il teatro è un settore in cui il lavoro è sempre difficile, servono conferme, spinta e molta convinzione".

Ha uno studio a Bologna e uno Bruxelles: si divide fra le due città?

"A Bologna sono nata e rimane la mia base. Adesso abito a Bruxelles perché il mio compagno vive lì. A volte mi sento profondamente apolide, altre volte penso che è bello sapere che ho sempre un punto in cui tornare".

A cosa sta lavorando adesso? "Ho diversi progetti in corso, sto collaborando anche con i Muta Imago (che hanno vinto il miglior progetto sonoro ai premi Ubu, ndr) a Le tre sorelle di Cechov".

Amalia Apicella

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