Caso Paolo Borri, per la Procura è suicidio

Chiesta l’archiviazione. Era stato aperto un fascicolo per omicidio, ma i rilievi e un video smentirebbero l’ipotesi

Nel riquadro, Paolo Borri A fianco, la sorella e il cognato al funerale dell’oculista

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San Lazzaro, 24 maggio 2023 – La Procura ha presentato una richiesta di archiviazione del fascicolo sull’omicidio di Paolo Borri, l’oculista di 66 anni molto stimato in città. Borri era originario dell’aretino, ma residente alla frazione Mura San Carlo di San Lazzaro, dove è stato trovato morto il 27 febbraio scorso. Per gli inquirenti, quindi, il medico si sarebbe suicidato.

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Le motivazioni del gesto estremo, compiuto con un singolo colpo di pistola rivolto al viso, non sono note. Quello che è certo, è che allo stato attuale i risultati degli esami tecnico-balistici paiono escludere il coinvolgimento di altre persone. Sul corpo del sessantaseienne, dopo l’apertura da parte del pm Antonello Gustapane del fascicolo per omicidio a carico di ignoti, il 4 marzo scorso, sono stati eseguiti diversi rilievi e accertamenti: tra questi lo stub, ovvero il tampone per rilevare sulle dita e sulla mano tracce di polvere da sparo, che hanno dato esito compatibile con un gesto autoinflitto, e due distinti esami medico-legali.

Se già questi avevano indirizzato la Procura a propendere per l’ipotesi di suicidio, a portare alla richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio ci ha pensato un video che parrebbe inconfutabile. Recentemente, infatti, sarebbe emerso un filmato che riprende gli ultimi istanti di vita del medico e nel quale si può distinguere Paolo Borri mentre rivolge l’arma contro sé stesso, nel giardino della sua villetta in via del Seminario.

Ma torniamo alle circostanze della morte del Borri. Erano quasi le 15 di lunedì 27 febbraio, in via del Seminario alla Mura San Carlo. L’uomo è stato trovato cadavere dalla badante di sua madre, deceduta poco tempo prima. Era riverso a terra, prono nell’erba con un colpo di pistola in faccia, nell’ampio giardinetto che circonda la proprietà dove il sessantaseienne risiedeva. La donna, che all’epoca del ritrovamento del corpo di Borri ne era la domestica, abitava al piano terra della villetta a due piani, proprio sotto l’appartamento del medico. Di fianco all’oculista c’era una pistola Glock, che l’uomo aveva ereditato dal padre e deteneva legalmente insieme ad altre armi. Sul posto, oltre al pm Gustapane e al medico legale, erano intervenuti i carabinieri della Compagnia di San Lazzaro che si sono occupati di tutti i rilievi di quello che, fino a oggi, era stato considerato un ‘giallo’ nel tranquillo quartiere alle porte di San Lazzaro.

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