Paolo Fresu: "Svelo Dalla che canta Trenet"

Il musicista al lavoro da casa per la sua etichetta discografica. "Pubblichiamo anche una vera rarità: Lucio che interpreta ’La Mer’"

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di Pierfrancesco Pacoda

Sperimentazioni, prove, ricerche sulle possibilità infinite del suono e della sua relazione con l’ambiente. E, soprattutto, tante visioni future da coltivare. È una quarantena molto attiva quella di Paolo Fresu, trombettista, voce originale del jazz internazionale, discografico e organizzatore di festival che, dalla sua casa subito fuori Bologna, scandisce le giornate tra inedite partiture musicali alle quali lavora e dischi in uscita

Fresu, il mercato culturale, come il resto, è fermo. La sua etichetta no…

"Sì, nonostante la situazione che viviamo abbiamo deciso comunque che le attività della casa discografica indipendente che ho creato e dirigo, la Tuk, continuano. Avevamo stabilito un programma di uscite discografiche, tanti impegni, e andremo avanti, per adesso affidandoci solo alla distribuzione digitale e agli ordini per corrispondenza. In attesa del ritorno alla normalità".

Anche perché per la Tuk, il 2020 è un anno significativo.

"Festeggiamo i 10 anni di attività con una lunga serie di uscite e di iniziative alla quali lavoro da casa, visto l’annullamento di tutti i concerti in programma. Celebreremo l’anniversario con un disco antologico interamente dedicato alle voci, con alcune rarità, come una splendida versione cantata da Lucio Dalla di La Mer di Charles Trenet, un classico della chanson francese che Lucio aveva registrato per la Tuk insieme al trombettista Luca Aquino. Poi verrà pubblicato un album doppio con brani estratti da tutti i lavori stampati negli ultimi 5 anni e molti dischi solisti".

E proprio in questi giorni è uscito un suo disco...

"Si tratta di un titolo che abbiamo pubblicato in una nuova collana dell’etichetta, Tuk Reloaded, dedicata alla ristampa di opere ormai fuori catalogo, come Argilla di Ornella Vanoni. ReWanderlust è la riproposizione, in una nuova veste grafica e con una nuova masterizzazione, di Wanderlust, un disco del mio quintetto che avevamo registrato nel 1997 durante un tour in Belgio. Eravamo a Liegi e ci fu offerta l’opportunità di utilizzare gli studi della radio nazionale per un giorno, così entrammo e registrammo in presa diretta, praticamente dal vivo, usando i brani del repertorio che portavamo in giro. Tutto molto artigianale".

Oltre ai dischi in uscita, come saranno per lei i mesi dell’uscita dall’emergenza?

"Ci sono tanti appuntamenti che riguardano la Tuk, pronti a realizzarli appena possibile. Faremo una mostra itinerante delle nostre copertine, tutte disegnate da giovani artisti di fama internazionale e presenteremo un documentario su questi dieci anni, nei quali abbiamo dato voce ai talenti più innovativi del jazz italiano, oltre a nomi di fama internazionale come il pianista Omar Sosa. E ci piacerebbe anche creare un festival con tutti i nostri musicisti".

Fresu, cosa pensa delle tante dirette live musicali che in questi giorni arrivano nelle nostre case?

"A parte qualche diretta casalinga e improvvisata la domenica mattina per condividere la mia musica, non ho partecipato alle dirette che pure apprezzo nelle intenzioni. Spero siano servite a far comprendere a tutti, ad iniziare dalle istituzioni, quanto importante sia quest’arte e quanto bisogno abbia di essere tutelata e sostenuta. Lancio una proposta. Mi piacerebbe che i tanti club che chiedono ai musicisti di esibirsi in diretta dalle loro case riconoscessero agli artisti una piccola cifra, anche simbolica. Sarebbe una conferma del valore dei talenti che ci fanno compagnia in questi giorni e un aiuto concreto a chi, trovatosi senza lavoro, potrebbe contare su questo introito".

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