Paolo Rossi parte dal terzo dramma della ‘Trilogia del teatro nel teatro’, aggiunge una preposizione e un punto esclamativo e lo ‘aggiusta’ in ‘Da questa sera si recita a soggetto! Il metodo Pirandello’. Stasera alle 21 al Teatro Duse, dunque, ampio spazio all’improvvisazione, che coinvolgerà anche il pubblico, con alcuni punti fissi ma senza un copione.
In cosa consiste il metodo Pirandello?
"Consiste nel sovrapporsi all’opera di Pirandello, come lui si sovrapponeva al suo repertorio. Lo abbiamo usato per portare in scena una messa in prova. L’espressione si riferisce anche a tutti gli ‘incidenti’ del passato, ad alcuni appunti di mio nonno, che lavorava con Rosso di San Secondo, allievo di Pirandello. Negli appunti si parla di una rivolta di una compagnia siciliana. Gli attori non volevano fingere di improvvisare - richiesta difficile e perversa - e così recitarono a soggetto. Noi abbiamo accelerato questa rivolta. In una delle scene, un corteo di figuranti dovrebbe danzare e cantare, noi invece facciamo ballare l’intero teatro".
Pirandello è entrato varie volte nella sua vita, a cominciare dall’esame di maturità. Come andò?
"Portai Pirandello all’esame, ma mi chiesero Giovanni Verga. Me la sono cavata con l’improvvisazione: ‘Verga era siciliano come Luigi Pirandello...’".
Le è anche apparso in sogno…
"Tutti mi appaiono in sogno. I miei maestri, Fo, Gaber, Jannacci, spessissimo. I miei pezzi migliori nascono dal dormiveglia. Anzi, dallo stato ipnopompico, quando si passa dal sonno alla veglia, una fase altamente creativa, lontana da ogni condizionamento".
Anche questo spettacolo è nato così?
"È nato durante il lockdown, quando ho riscoperto il valore del teatro popolare. Non mi sono fermato come hanno fatto molti colleghi che seguivano la vita istituzionale. Io ho continuato a recitare aggirando le regole, ma rispettandole".
In che modo le aggirava?
"Recitavo nei cortili, all’aperto, applicando al teatro le regole che seguivano i musei. Chiamavo le mie performance ‘visite guidate’. Così ho riscoperto il valore del teatro popolare, dove il pubblico ha quel candore che incanta gli attori. Noi recitiamo con il pubblico, non al pubblico".
In ‘Da questa sera’ in che modo il pubblico sarà coinvolto?
"Ballerà e canterà, qualcuno salirà anche sul palco. Non si sa quando lo spettacolo inizi, quando il pubblico entra in sala, è già cominciato. E non si sa quando finisca, diventa una sorta di discoteca. Il luogo in cui credo finirà questa compagnia a far teatro, se vogliamo continuare a fare teatro popolare. Il teatro istituzionale, lo faranno altri".
Amalia Apicella