Bologna, trenta chili di tortellini in viaggio per il Papa

Per Bergoglio anche la ricetta su come cucinarli. In brodo

Papa Francesco tra i fedeli

Papa Francesco tra i fedeli

Bologna, 23 aprile 2018 – Trenta chili di tortellini stanno viaggiando da Bologna alla Città del Vaticano nelle celle refrigerate di un corriere. È l’epilogo del pelligrinaggio dell’arcidiocesi per ringraziare Papa Francesco della visita alla città che svolse lo scorso primo ottobre. Sabato in maniera simbolica al pontefice ne sono stati consegnati soltanto due chili e Bergoglio si è subito raccomandato con i suoi collaboratori di farsi spiegare bene come andassero cucinati per non sprecare nulla.

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Il risultato è che ad accompagnare i tortellini c’è anche una minuziosa ricetta su come si cucinano. Rigorosamente in brodo, per rispetto alla tradizione, quindi non alla panna e non al ragù, come spesso vengono preparati anche sotto le Due Torri.

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Il Papa pranza nella mensa di Casa Santa Marta, in un refettorio gestito a self service e dove ci si serve in maniera autonoma, per cui nei prossimi giorni sarà regolarmente in fila pronto ad assaggiare il piatto che è uno dei simboli della ‘bolognesità’. Il secondo dato curioso è che per una volta le autorità hanno comunicato un numero di partecipanti superiore rispetto a quello degli organizzatori. La gendarmeria vaticana ha registrato un numero di pellegrini superiore alle 14mila unità contro le 13mila rese note dal comitato organizzatore. Comunque stiano le cose, piazza San Pietro era piena e siccome non vi sono stati particolari disguidi tutto è funzionato nel modo migliore.

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Ci sono anche altri aneddoti legati a questo pellegrinaggio, ad esempio l’arcivescovo Matteo Zuppi, da buon romano pensava di sapere (quasi) tutto sulla Basilica di San Pietro e, invece, ha scoperto di avere ancora qualche libro da leggere.

Avvicinato da una docente del Dams ha ascoltato una lezione su Michelangelo e su quelle che erano le reali aspirazioni dell’artista.

Il tutto si è sviluppato in maniera molto spontanea, grazie alla disponibilità di monsignor Zuppi a viaggiare con i pellegrini della sua diocesi e rientrare a Bologna alle 21.30 sebbene ci si fosse congedati da Piazza San Pietro alle 14.30: sette ore trascorse ad incontrare le persone senza nessun tipo di agenda, ma semplicemente dialogando lungo il tragitto.

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