Bologna, la riconciliazione tra partigiani e fascisti: un abbraccio per la pace

A Tolè Vergato Gabriella Sapori, figlia di un sostenitore del regime, ha incontrato la vedova del combattente De Maria

Anna e Gabriella Sapori

Anna e Gabriella Sapori

Bologna, 28 maggio 2022 - La voce di Gabriella Sapori trema mentre ricorda gli anni passati, da giovanissima, nel Dopoguerra, consapevole di essere la figlia del ‘fascistone’ – così veniva chiamato in paese – di Tolè Vergato. "Il marchio che mi sono portata dietro mi ha segnata per tutta la vita", dice Sapori, senza trattenere le lacrime. Da qui, dall’urgenza di arrivare a una verità che in qualche modo le potesse dare pace su chi fosse davvero suo padre, perché ‘Sì, era un fascista, ma non era cattivo’, parte la sua ricerca. Una ricerca immane, puntuale, documentata nel volume ‘La resistenza di Tolè Vergato. Storia di un paese, di una famiglia, di un uomo’ (Persiani Editore). E che si è – forse – conclusa veramente soltanto ieri, con l’abbraccio, un gesto di pacificazione, fra Gabriella Sapori, ‘la figlia del fascistone’, e Anna Sapori, vedova del partigiano di Tolè Giovanni De Maria. "Ho dovuto attraversare questo percorso da sola", afferma Gabriella poco prima di abbracciare Anna.

Un percorso che parte dopo la prematura scomparsa del padre, Guglielmo, classe 1910, quando la madre racconta all’autrice episodi taciuti della sua vita e della Resistenza toletana, affidandole lettere e documenti. "Ho iniziato così – spiega l’autrice –. Stimolata dai miei dubbi e dall’intima necessità di conoscere meglio quel padre di cui, nell’adolescenza, mi sono sempre vergognata".

E dopo la madre, ci sono le zie paterne, che Sapori interroga con lunghissime interviste. Poi i vecchi di Tolè Vergato e questi, a loro volta, allargano i ricordi ad altre persone e a un territorio più vasto. Arriva così, a verità complesse e spesso taciute, accumulando fonti inedite, orali e scritte, testi d’archivio e di storia locale.

"I bolognesi, ad esempio, non sanno che Tolè Vergato è stata distrutta dagli americani perché lì risiedeva il nucleo più grosso dei tedeschi – spiega Gabriella Sapori –. O che i partigiani hanno bersagliato Tolè per rifornirsi di viveri".

Ripercorrendo la memoria di tutte le vittime di quell’orribile guerra, anche il sindaco di Vergato, Giuseppe Argentieri, ha trovato la storia del suo bisnonno: "Prima di leggere il volume sapevo solo che era stato ucciso, rientrando dal rifugio, mentre portava i viveri alla mia bisnonna". Gabriella Sapori si presenta anche a casa del partigiano Giovanni De Maria, medaglia d’oro al valor militare, e della moglie Anna Sapori. Finge di avere un altro cognome, di voler scrivere un libro sui partigiani, e intanto chiede a De Maria informazioni sul padre. Scopre che Guglielmo Sapori era certamente cresciuto assimilando fin da bambino i valori e la retorica del fascismo, ma impara anche che si è sempre battuto per salvare la pelle a chiunque, al di là dell’ideologia. Come quando – le viene raccontato –, riesce a mettere in salvo due partigiani dalle SS, nascondendoli al Molino delle Ballone.

Al ricordo del marito, Anna Sapori si alza in piedi qualche secondo per abbracciare Gabriella, entrambi i volti sorridono e le braccia, di entrambe, si stringono forte all’altra. "La pace, i nostri genitori, l’hanno fatta subito – commenta Anna –. Non capisco perché noi dobbiamo continuare a farci la guerra". Del resto, "siamo nati tutti allo stesso modo", ripeteva sempre il papà dell’autrice. A riprendere questa frase è l’assessore alla Scuola di Vergato, Carlo Monaco, che aggiunge: "Le persone non vanno giudicate in base all’ideologia di appartenenza. In guerra non esistono buoni o cattivi. Uccidere una persona è sempre un gesto selvaggio, qualunque sia la parte politica che lo compie". Ed è questo il senso de ‘La resistenza di Tolè Vergato’. Quello che interessava a Sapori era scavare, nei ricordi e nelle persone, in quella parte di vita che va oltre la politica.

 

 

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