Partigiani e patrioti, l’ex ministro Valdo Spini: "Quei due termini sono sinonimi. La Resistenza è di tutti gli italiani"

Il socialista: "Il rischio della scelta del primo cittadino è creare una contrapposizione tra patrioti e partigiani. Resto perplesso, ma capisco lo spirito d’individuare la memoria di chi ha combattuto per la Liberazione".

L’ex ministro Valdo Spini  "Quei due termini  sono sinonimi  La Resistenza è di tutti gli italiani"

L’ex ministro Valdo Spini "Quei due termini sono sinonimi La Resistenza è di tutti gli italiani"

Bologna, 12 marzo 2023 – I partigiani prendono il posto dei patrioti. Almeno a Bologna, dove il sindaco Matteo Lepore ha deciso questa ’rivoluzione’ toponomastica sulle targhe delle strade della città. Il socialista Valdo Spini, oggi presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli (Carlo e Nello, due martiri dell’antifascismo) e docente dell’Università di Firenze, già ministro dei governi Amato e Ciampi, si dice "perplesso".

Che cosa ne pensa di questa decisione?

"Ne apprezzo lo spirito di voler presentare e individuare con tutta chiarezza la memoria di chi ha combattuto nella Resistenza, del 1943-45. Ma i due termini, partigiani e patrioti, spesso sono stati considerati sinonimi".

Quindi non c’è differenza tra partigiani e patrioti?

"Prendo l’esempio di Massa Carrara, provincia al di là della linea gotica, decorata di medaglia d’oro al valore militare durante la Resistenza con una bellissima motivazione ‘Ardente focolare di vivido fuoco, all’inizio dell’oppressione nazifascista sprigionò la scintilla che infiammò i suoi figli alla Resistenza...’. Ebbene sulle sue montagne combatté valorosamente la formazione dei Patrioti Apuani, comandata da un frate domenicano, il mitico Pietro Del Giudice, nominato alla Liberazione prefetto politico. Per loro non c’era differenza tra patrioti e partigiani".

Insomma, ’cancellare’ la parola patrioti è un errore?

"Un conto sarebbe intitolare nuove strade e nuovi spazi a dei partigiani, qualora abbiano avuto questa qualifica, un conto togliere la denominazione di patrioti, quando è chiaro che i partigiani sono stati patrioti. Proprio per questo si rifiuta con forza ogni equivalenza con coloro che hanno combattuto nella Repubblica Sociale a fianco dei nazisti. I partigiani sono morti per il riscatto della patria, per riportare la nazione italiana nel novero delle nazioni civili e democratiche. Non vedo differenza tra patrioti e partigiani, anzi vedo come giusta e importante quest’identificazione".

C’è chi dice che con questa decisione la parola patrioti viene consegnata alla destra...

"Non credo che ci sia il rischio che la destra possa presentare i repubblichini di Salò come patrioti. Il rischio è di creare una contrapposizione – non voluta dal sindaco – tra i due termini, partigiano e patriota, che alla fine può danneggiare la visione della Resistenza come fenomeno non di parte, ma nazionale".

Perché si discute ancora tanto di questi temi?

"Perché si attende al varco come si comporterà un partito, Fratelli d’Italia, che è alla guida del governo e che ha determinati precedenti storici. Gianfranco Fini definì il fascismo male assoluto e riconobbe la necessità dell’antifascismo per ripristinare democrazia e libertà. Il dibattito verte sul fatto se su questo assunto si siano o meno fatti dei passi indietro. Questa è la discussione da fare. Non quella all’interno dell’antifascismo".

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