Pasolini 99: l’autore ’segreto’ tra voci e volti

Da oggi l’omaggio della Cineteca in streaming per l’autore nato il 5 marzo 1922. Con l’intervista a Pino Pelosi di Franco Maresco

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Esattamente 99 anni fa, il 5 marzo 1922, nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. La Cineteca festeggia il compleanno di PPP con un programma speciale sulla piattaforma Il Cinema Ritrovato fuori sala, in programma proprio da oggi. C’è lo zampino di Franco Maresco, regista che forse più di ogni altro ha dichiarato e reso realtà il suo debito artistico nei confronti di Pasolini: l’inventore, assieme a Daniele Ciprì, di Cinico Tv ha infatti realizzato un lungo lavoro di montaggio proprio per questa occasione, regalando al pubblico alcuni preziosi inediti, tra i quali un’intervista dello stesso Maresco a Pino Pelosi, realizzata nel 2013, e un ricordo di Pasolini da parte della fotografa Letizia Battaglia, che festeggia il proprio compleanno nello stesso giorno di PPP. Battaglia conobbe Pasolini in un’unica occasione, nel 1971, a Milano, a margine di un incontro dal titolo Libertà di espressione tra repressione e pornografia: "In quell’occasione ebbi la possibilità di fotografare Pasolini: aveva un viso così triste. Dimenticai queste foto per 30 anni, e, quando le rividi, rivissi l’emozione di quando lo incontrai".

Ma l’omaggio prevede anche i restauri di Comizi d’amore e Appunti per un’Orestiade africana, e un montaggio di materiali d’archivio curato dai ricercatori Roberto Chiesi e Andrea Meneghelli, che raccoglie, tra gli altri, la straordinaria Intervista sotto l’albero realizzata nel 1975 da Gideon Bachmann, estratti da Il cinema della realtà di Gianni Amico, Il cinema di Pasolini di Maurizio Ponzi, Il ragazzo motore di Paola Faloja, e molte immagini di Pasolini in una delle vesti che amava di più: quella del calciatore.

Tutti questi ’frammenti sono raccolti sotto il titolo Pasolini 99. Voci e volti curato appunto da Chiesi e Meneghelli. Dal set di Uccellacci e uccellini a quello di Salò, 9 rari filmati che documentano alcuni aspetti essenziali della vita e del pensiero di Pasolini, dal 1965 al 1975. Lo vediamo e ascoltiamo tracciare un bilancio del proprio percorso di scrittore, parlare della sua teoria del cinema come lingua scritta della realtà, commentare un breve film sull’alienazione giovanile e infine presentare Salò come un film che denuncia "la riduzione del corpo a cosa". Ma vediamo anche il poeta-regista mentre gioca a calcio, trascinato dalla passione per uno sport che considerava "l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo".

Veniamo ai due film restaurati nel laboratorio ’L’Immagine Ritrovata’. In Comizi d’amore (1964) Pasolini percorre il paese dal sud al nord, interrogando ogni classe e tipologia d’italiano su un argomento tabù quale la sfera sessuale. Pungolati, sollecitati e provocati da un intervistatore mai neutrale, uomini e donne di tutte le età rispondono restituendo l’immagine di un’Italia intrisa di pregiudizi e repressioni, talvolta gretta e oscurantista, talvolta ansiosa di un’emancipazione ancora lontana. Appunti per un’Orestiade africana (1970) è un’opera-laboratorio in cui Pasolini sperimenta l’idea di ambientare la tragedia di Eschilo nell’Africa della post-decolonizzazione. È al tempo stesso un diario di viaggio, un film-saggio antropologico, un racconto di finzione, con parentesi di jazz session (Gato Barbieri). Ultimato nel 1973, rimasto pressoché inedito fino alla morte di Pasolini, è l’unico del poeta-regista a essere stato rifiutato sia dalla televisione pubblica, sia dalla distribuzione cinematografica.

r. c.

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