Pasquino avverte Letta: "Punti su veri big"

Il professore di Scienza politica: "All’uninominale nomi forti, del territorio. Bologna ricandidi Casini"

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"Nei collegi uninominali servono veri big. Volti del partito, dirigenti e personaggi che possano mobilitare elettori anche non del Pd". La sintesi è di Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica all’Università di Bologna.

Professore, servono nomi forti perché la partita anche in Emilia-Romagna non è così scontata per il centrosinistra dopo la rottura di Calenda?

"Ho un’opinione diversa da Letta e dai leader locali. Si candidano i nomi importanti, si combatte per vincere".

I candidati che circolano per Bologna non la convincono?

"Agli uninominali sono i big a fare la differenza. A Bologna scelgano loro, ma tra i nomi che girano di big non ne vedo...".

La pensa diversamente da Bonaccini e Lepore che si sono scagliati contro l’ipotesi di big paracadutati?

"Non dico che debbano arrivare qui big di altri territori. Se Andrea Orlando è un big si candidi nella sua Liguria, non a Parma. Privilegiare il territorio è giusto... ma a Bologna, ad esempio, un big bolognese c’è: Pier Ferdinando Casini. Dovrebbero ricandidarlo, è stato anche a un passo da fare il presidente della Repubblica".

Casini venne candidato nel 2018 da Renzi. Ma non è del Pd...

"Ripeto: in questa fase il candidato del collegio uninominale è molto importante. E anche la campagna elettorale".

Crede che anche a Bologna ci siano collegi contendibili?

"Credo che qui i collegi siano sicuri. Ma se si sbaglia il candidato e la campagna elettorale, si lasciano chance agli altri. Non basta mettere un candidato, serve il candidato migliore".

Quanto pesa l’addio di Calenda al Pd?

"Letta si è fidato, ma Calenda è inaffidabile. La rottura è negativa un po’ per tutti, ma i voti di Calenda credo siano pochi. Un conto è Calenda, un conto sono gli elettori. Davvero crediamo che ci siano elettori che lo seguono e che, a fronte di un buon candidato Pd o di centrosinistra, non voterebbero il nome dei dem?".

Con questa legge elettorale, però, dividersi non paga.

"Quello che conta in una democrazia parlamentare è la legge elettorale: se c’è una buona legge elettorale si eleggerà un buon Parlamento, se invece è pessima, come è la legge Rosato, uomo di Renzi, i cittadini italiani eleggeranno un Parlamento pessimo".

Il Terzo polo con Renzi, Calenda e Pizzarotti potrebbe avere un certo appeal al centro...

"Potrebbe, se valesse il 10 per cento. Ma non raggiungeranno quella percentuale".

Sullo sfondo potrebbe scaldarsi Stefano Bonaccini in vista del congresso Pd che verrà...

"Non vedo perché dovrebbe candidarsi alla guida del Pd chi guida la Regione. E non candiderei neanche Elly Schlein alle Politiche, visto che è la vicepresidente dell’Emilia-Romagna".

Rosalba Carbutti

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