Passante Bologna, cosa cambia. Opere compensative ancora a rischio

Il tracciato del Governo è più ampio: ulteriori aree da acquisire

La tangenziale di Bologna

La tangenziale di Bologna

Bologna, 9 dicembre 2018 - Da un lato c’è il Passante di mezzo, colpito e affondato dal governo che ha presentato ad Autostrade un progetto alternativo. Anzi tre, come gli scenari proposti, con il comune denominatore dell’allargamento della tangenziale (e non più quindi dell’autostrada). Non si interviene, però, tranne qualche eccezione, sulle carreggiate esistenti, ma con una «viabilità di servizio» che comporta l’aggiunta in prossimità degli svincoli di altre due carreggiate separate (larghe 3,5 metri, con punti di innesto con la tangenziale) per senso di marcia, più eventualmente una terza di accelerazione e decelerazione per chi entra ed esce.

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Dall’altro lato, però, c’è appunto Autostrade, che dovrà, nelle prossime settimane, decidere se dare riscontro positivo al nuovo progetto del Ministero di Toninelli o solo a parti di esso. In ogni caso si allunga l’iter procedurale, a partire dalla conferenza dei servizi. Tutto da capo, insomma. D’altro canto, nell’ottica del governo, saranno poi più brevi i tempi di realizzazione dell’opera, che potrebbe essere anche completata in fasi successive, così come limitata sarebbe l’interferenza in fase di lavoro con il traffico autostradale. L’opera, poi, avrebbe anche una estensione minore (fra i 9,2 e 12,4 chilometri rispetto ai 13,2 chilometri del Passante di mezzo). Si allarga, invece, tutta la piattaforma: fra i 10,5 e i 13 metri rispetto all’esistente e fra i 3 e 4 metri rispetto al vecchio progetto. E qui, infatti, nella relazione emergono gli «svantaggi» del piano alternativo, con «le nuove aree da acquisire rispetto al progetto approvato» e conseguente «allungamento dell’iter procedurale».

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Nel progetto, invece, non c’è traccia di tutte le opere accessorie che viaggiavano assieme al Passante di mezzo: interventi pensati per decongestionare il traffico sul nodo cittadino per cui erano stati destinati 150 milioni dei 750 accantonati da Autostrade per tutta l’operazione (il nuovo progetto costerebbe al massimo 288 milioni). Opere che, ad oggi, sarebbero a serio rischio o comunque andrebbero riformulate. Parliamo del Nodo di Funo, che comprende il miglioramento della Trasversale di pianura (30 milioni). Poi l’Intermedia di Pianura (40 milioni di euro) e il lotto 3 della Lungosavena, il cui costo si aggira sui 35/40 milioni di euro. Non è finita, perché, fra le opere rientravano anche l’attesa Complanare Nord (40 milioni di euro), più svariati interventi aggiuntivi connessi al Passante, dagli ettari di verde, a svincoli, rotatorie, ponti e marciapiedi. Va detto, però, che, anche se l’impatto ambientale del nuovo progetto sarà minore, comunque andranno considerate opere compensative e quindi non è detto che sia tutto perduto. Sarà comunque il concessionario a decidere. Infine, c’è il nodo delle tariffe per chi viaggia, che il governo si aspetta inferiori, vista la minore spesa che, nel caso, dovrà essere sostenuta da Autostrade. A cui spetta il prossimo passo.

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